Università sanitarie, al via i test, ma dal 2015 spariranno
Sono 85mila gli studenti che da domani sosterranno gli esami di ammissione per 25.540 posti a bando nelle 38 Università statali per i 22 profili sanitari, compresi infermieri, ostetriche, fisioterapisti, tecnici di radiologia e altre 16 professioni. In media si registrano 3,3 domande ogni posto, con rapporto dunque inferiore alla media di 3,9 dell'anno scorso, quando le domande furono oltre 100mila. La riduzione dunque è del 16,6% ma l'area sanitaria continua ad occupare ancora il primo posto assoluto per l'occupazione. Ma da Bologna arriva l'annuncio del ministro dell'Istruzione Stefania Giannini che, col rettore dell'Alma Mater Ivano Dionigi presente alla Festa Nazionale dell'Unità, ha ribadito l'addio ai test d'ingresso di medicina dal 2015. I due si sono parlati diversi minuti prima che il ministro salisse sul palco. Ministro impegnata tra l'altro in un dibattito sulla riforma della scuola, che approda in Consiglio dei Ministri. Ma ha voluto aprire una importante parentesi sui test di medicina: “Non credo sia lo strumento migliore per scegliere i migliori studenti – ha detto – non metto in discussione il principio sacrosanto della programmazione dei medici sulla base delle esigenze della società, metto in discussione il metodo”. E ha fatto riferimento al modello francese, dove non ci sono barriere all'ingresso dell'area medica, quindi non solo medicina e chirurgia ma anche biologia e veterinaria, e dove gli studenti vengono valutati alla fine del primo anno, permettendo di continuare solo ai migliori. Una buona notizia arriva però dai fondi destinati alle Università migliori: la quota premiale passa al 18% quest'anno, tradotto in cifre, 1,3 miliardi di euro di risorse statali destinate agli Atenei.