"Uno di Noi": il Comitato contrario al referendum sull’aborto si presenta puntando il dito sulla formulazione del quesito referendario
Se il quesito referendario, così come formulato, dovesse essere accolto, non solo si otterrà la depenalizzazione dell’aborto, ma la legalizzazione tout court. Così il comitato “Uno di noi” che nel suo primo incontro con la stampa, nel premettere che la possibilità per la donna di interrompere volontariamente la gravidanza in qualsiasi momento in caso di pericolo per la sua vita è già consentito nell' ordinamento sammarinese, mette in guardia dall'introduzione della possibilità di abortire nel caso in cui – come prevede il quesito- “vi sia un’anomalia nel feto che comporti grave rischio per la salute fisica o psicologica della donna”.
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"Non scientifico, generico e non aggettivato – spiega il comitato Uno di Noi – il termine 'anomalia', in cui si possa far rientrare qualsiasi cosa". Così come nella “salute psicologica” della donna. In conferenza stampa due testimonianze di vita, proposte con la finalità di fare comprendere come sia possibile aiutare una donna ad affrontare una gravidanza difficile.
“La nostra comunità deve impegnarsi affinché tutti vengano aiutati e sostenuti anche economicamente in maniera solida nella direzione di avere figli. Il Comitato auspica venga realizzato anche San Marino, apportando presto modifiche legislative efficaci in tal senso. Per ragionare su strade alternative all’aborto, che aiutino in ogni modo la donna a portare avanti la gravidanza, salvaguardando al contempo la vita del bambino".
Nel video l'intervista a Marina Corsi, comitato Uno di Noi
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