E’ il bilancio dell’operazione “mare chiaro” condotta lunedì scorso, tra Rimini e Napoli, dai militari del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza, coordinati dal pm Paolo Gengarelli. Tutti di origine campana, gli arrestati sono accusati di usura, attività finanziaria abusiva, spaccio di droga, ricettazione e reimpiego dei proventi in tre società operanti a Rimini. Sotto la morsa degli strozzini, imprenditori e semplici cittadini del Riminese. Venivano applicati loro tassi d’usura sino al 500%. Le vittime erano infatti sul punto di vendere le loro proprietà per far fronte ai pagamenti. Il denaro contante necessario per la concessione dei prestiti veniva trasportato da un insospettabile commercialista partenopeo, sorpreso lo scorso gennaio con quasi 80mila euro nascosti tra gli indumenti. I ricavi venivano poi reimpiegati in società di Rimini che gestivano 4 supermercati e un negozio di telefonia cellulare; oppure nell’acquisto di immobili, auto di grossa cilindrata, gioielli e orologi. I criminali dovranno rispondere anche di ricettazione per l’incasso di false cambiali e spaccio di stupefacenti con il sequestro di oltre mezzo chilo di droga. .
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