COVID-19

Vaccini: scelte differenti a Oriente ed Occidente. L'analisi di Igor Pellicciari

“La vicenda del vaccino, di questi tempi – afferma il professore di Storia delle Relazioni internazionali all'Università di Urbino e alla Luiss Guido Carli -, conferma quello che avevamo previsto un anno fa, purtroppo, all'inizio della pandemia: ci sarebbe stata una corsa al vaccino – non tanto alla scoperta, quanto alla produzione – e questa avrebbe in qualche modo inciso sugli equilibri geopolitici mondiali”. Secondo Igor Pellicciari il vaccino è ormai diventato una sorta di asset per chi ce l'ha e lo può distribuire. “Si sono create – afferma - due componenti: una a Oriente e una a Occidente. In Oriente è uno strumento geopolitico statalizzato; principalmente la Russia e la Cina lo producono in tutta la filiera sotto un processo istituzionale. Mentre a Occidente è diventato uno strumento più commerciale ed imprenditoriale; quindi gli Stati-nazione dipendono da soggetti privati sia nell'approvvigionamento che nella distribuzione”. Ad avviso dell'analista ciò sta creando forti scompensi, e i Paesi che hanno il controllo del vaccino si stanno avvantaggiando geopoliticamente. Non manca poi una riflessione sul recente arrivo dello Sputnik V sul Titano. “Nel caso della Repubblica di San Marino – continua - la scelta non è geopolitica, è una scelta inevitabile. Nel momento in cui il vaccino commerciale non può arrivare, si tratta - di fronte alla priorità di dare una risposta ai cittadini - di trovarlo là dove è disponibile. La stessa simpatia che ha accolto la scelta sammarinese dimostra, in qualche modo, che l'incartamento sul vaccino commerciale è un problema dell'Occidente, in questo momento”.

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