Vertice sul clima a Bruxelles
La principale preoccupazione dell’Europa è il rischio di un semifallimento della conferenza dell’Onu, con uno slittamento dei tempi dell’azione contro i cambiamenti climatici. Il protocollo di Kyoto scade nel 2012 e Bruxelles punta a un’intesa vincolante che entri in vigore già dall’anno successivo. I Paesi dell’Unione promettono di ridurre in modo unilaterale le emissioni del 20% rispetto ai livelli del 1990, aprendo al 30% nel caso di adesione da parte di altri Stati. Ma la paura di tutti è che il vertice diventi una passerella di buoni propositi. Lo schiaffo alle intenzioni della vecchia Europa è arrivato dall’accordo al ribasso raggiunto tra Cina e Stati Uniti. Aumenta quindi il pressing della comunità internazionale su Obama mentre dall'amministrazione fanno sapere che il presidente Usa deciderà "nei prossimi giorni" se parteciperà o no al summit. Da mesi gli alleati internazionali cercano di strappare agli Usa dei target precisi sulla riduzione dei gas serra. Da Bruxelles arrivano comunque segnali di ottimismo sulla possibilità di andare oltre un "accordo politico". A margine di una riunione dei ministri dell'Ambiente il delegato Onu per il clima ha affermato che ci sarà un accordo molto specifico che includerà una lista di target da parte dei paesi industrializzati e regole chiare per i paesi in via di sviluppo come Cina e India. Mostrata fiducia anche nella posizione degli Usa. Il negoziatore capo delle Nazioni Unite ha detto di credere che Obama si troverà costretto a venire a Copenaghen con target e finanziamenti ben definiti.
Monica Fabbri