Violenza sulle donne. Lo Sportello Dafne sempre più punto di riferimento
Alcune si presentano, poi spariscono, poi tornano. Ancora, l’affrancamento rispetto al trauma della violenza subita non è completo. Eppure, sempre più donne cercano Dafne. 60 in più rispetto al 2008, 331 richieste di aiuto alla Rete, dagli sportelli del Comune, alla Casa per le Donne, dal consultorio al Pronto Soccorso. Sì, perché gran parte delle violenze restano impresse sul corpo, il 61,3%, 203 casi di violenza fisica, in prevalenza traumi e contusioni, ma anche abrasioni e ferite d’arma da taglio. Dafne registra anche le forme più subdole: violenza psicologica, economica, lo lo stalking: 19 i casi nel 2009, contro gli 11 nel 2008. La violenza sulla donna si consuma nella relazione intima, nel 70% dei casi viene dal partner o dal marito. Un allarme per Dafne, che come primo passo, prima di convincere la donna alla denuncia, provvede alla messa in sicurezza sua e dei figli: in 119 casi, infatti – 1 su 3 – ci sono dei figli da mettere in tutela perché se non hanno subito, sicuramente hanno assistito alla violenza. Violenza che non manca di essere esercitata su donne incinta: 25 casi in un anno. Un solo dato in controtendenza: sempre più la donna vittima è italiana, il 59% di loro nasce e risiede in provincia di Rimini. E per la prima volta si traccia il profilo dell’uomo che usa violenza, sfatando uno stereotipo: non sono extracomunitari, disoccupati con problemi di dipendenze. 114 uomini il campione: 6 su 10 sono italiani e con una occupazione stabile, per lo più lavoratori autonomi, artigiani, piccoli imprenditori.
Annamaria Sirotti
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