Il Casale La Fiorina è stato uno dei luoghi simbolo della pandemia, a livello psicologico quello che più ha pagato il tributo più alto al lockdown. E benché già da qualche mese le visite con i famigliari siano tornate alla normalità e le attività abbiano ripreso quasi tutte, la visita dei Capitani Reggenti, accompagnati dal Segretario alla Sanità e dal direttore generale dell'Iss, è stata un momento di festa, emozione, condivisione. Prima della visita alla struttura, gli ospiti nel salone centrale hanno voluto offrire alla delegazione sia doni personali che i frutti dell'orto che coltivano insieme, una delle tante attività che la struttura propone.
Sul Casale La Fiorina recentemente i sindacati hanno posto l'attenzione, ribadendo la necessità investire, costruendo la terza ala della casa di riposo. La struttura, spiega la il direttore Cinzia Cesarini, ha al momento una cinquantina di famiglie in lista d'attesa, ed è statisticamente in linea con le altre realtà fuori confine. Domande fatte spesso in via precauzionale, tanto che si concludono di frequente con una rinuncia al posto. Diversa la situazione di chi è costretto a convivere con patologie come Parkinson e Alzheimer. Per il nucleo demenza, al Casale, l'attesa è di 250 giorni, quasi un anno. “Sarebbe importante- spiega la dottoressa Cesarini- potenziare il supporto domiciliare, aiutare strutturalmente i care giver. Un intervento in questo avrebbe ripercussioni positive anche in termini di sfoltimento della lista d'attesa. In tal senso un progetto ad hoc è già stato consegnato alla Direzione Iss.