Era inseguito da un mandato di cattura internazionale partito dalla Svezia, con l’accusa di stupro. Si sapeva che Assange era in Gran Bretagna e Scotland Yard da ieri aveva tutte le carte necessarie per procedere con l’arresto. Lo stesso Assange aveva fatto sapere – tramite il suo avvocato – che era disposto a consegnarsi, a condizione che non venisse autorizzata l’estradizione verso Stoccolma. Intanto prosegue lo stillicidio di notizie conseguenti ai documenti del dossier “cablegate” di Wikileaks, i cui contenuti vengono resi pubblici, un po’ alla volta da fine novembre. 2.947 i file che riguardano l’Italia. In gran parte riferibili all’ambasciata americana di Roma, ma ce ne sono 10 che provengono dal Consolato di Firenze. Tra questi, forse, anche alcuni che riguardano San Marino. I cablo-grammi con informazioni sul Titano sarebbero in totale 15. Di sette se ne conoscono sommariamente i titoli, ma non esattamente i contenuti. Con tutta probabilità verranno messi in rete da Wikileaks nei prossimi giorni o nelle prossime settimane. Gli Usa e gran parte degli stati, toccati dalle rivelazioni imbarazzanti del dossier, hanno dichiarato una guerra informatica oscurando il sito – che però attualmente è consultabile comunque da 749 indirizzi internet diversi - e inducendo i suoi partner – come Paypal e la banca svizzera Postfinance – a chiudere i conti per ricevere le donazioni . Un network di hacker, che si qualifica “Operation Payback”, per rappresaglia ha sua volta lanciato con successo un attacco informatico a Paypal e Postfinance, creando disagi, rallentamenti o addirittura il blocco dell’accesso ai servizi. Il team di Wikileaks continuerà a rimanere attivo, nonostante l’arresto del suo fondatore.
Luca Salvatori
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