Sono sette i documenti su san Marino resi pubblici da Wikileaks. Sono indirizzati alla Segreteria di Stato e al Dipartimento di Stato di Washington e uno, l’ultimo, anche al Dipartimento del Tesoro. Per conoscenza alcuni sono stati inviati anche all’ambasciata di Roma.
Il primo cablogramma è datato 1 marzo 2006, l’ultimo 4 gennaio 2010. Sono tutti firmati dal console americano a Firenze Mary Ellen Countryman e dal suo predecessore Nora Dempsey. Cinque dei sette cablogrammi sono “non classificati” e cioè senza informazioni riservate, uno è non classificato ma ad esclusivo uso ufficiale, e uno è confidenziale. Quest’ultimo contiene una serie di domande che il dipartimento di stato formula al console in relazione ai passaporti e ai controlli effettuati da San Marino sui flussi di persone in entrata e in uscita dal territorio. Il Console Countryman riferisce che di fatto non esistono controlli di frontiera tra San Marino e Italia e quindi il titano si affida essenzialmente all’Italia per lo screening concludendo che “la mancanza di informazioni raccolte e mantenute dalla Repubblica di San Marino sui viaggiatori significa che i benefici di una partnership avrebbero un valore limitato”. Nell’ultimo documento pubblicato, quello non classificato ma ad esclusivo uso ufficiale, il Console Coutryman chiede al dipartimento del tesoro di attivarsi per addivenire alla firma di un accordo in materia fiscale, riconoscendo a San Marino di aver lavorato diligentemente per adeguarsi agli standard internazionali nell’antiriciclaggio. A tale accordo aveva fatto riferimento lo stesso ambasciatore Thorne lo scorso primo aprile.
Il primo cablogramma è datato 1 marzo 2006, l’ultimo 4 gennaio 2010. Sono tutti firmati dal console americano a Firenze Mary Ellen Countryman e dal suo predecessore Nora Dempsey. Cinque dei sette cablogrammi sono “non classificati” e cioè senza informazioni riservate, uno è non classificato ma ad esclusivo uso ufficiale, e uno è confidenziale. Quest’ultimo contiene una serie di domande che il dipartimento di stato formula al console in relazione ai passaporti e ai controlli effettuati da San Marino sui flussi di persone in entrata e in uscita dal territorio. Il Console Countryman riferisce che di fatto non esistono controlli di frontiera tra San Marino e Italia e quindi il titano si affida essenzialmente all’Italia per lo screening concludendo che “la mancanza di informazioni raccolte e mantenute dalla Repubblica di San Marino sui viaggiatori significa che i benefici di una partnership avrebbero un valore limitato”. Nell’ultimo documento pubblicato, quello non classificato ma ad esclusivo uso ufficiale, il Console Coutryman chiede al dipartimento del tesoro di attivarsi per addivenire alla firma di un accordo in materia fiscale, riconoscendo a San Marino di aver lavorato diligentemente per adeguarsi agli standard internazionali nell’antiriciclaggio. A tale accordo aveva fatto riferimento lo stesso ambasciatore Thorne lo scorso primo aprile.
Riproduzione riservata ©