Yemen: il conflitto si intensifica
Proprio come in Siria, da una guerra civile è nato un conflitto su scala internazionale: da una parte la coalizione militare sunnita, guidata da Arabia Saudita ed Emirati Arabi, e sostenuta dai loro alleati (Stati Uniti in testa), dall’altra i ribelli sciiti Houthi, sostenuti invece dall'Iran.
Dopo essere arrivati con i missili fino a Riyad qualche mese fa, giovedì scorso, come diffuso dall'emittente ufficiale degli Houthi, un drone avrebbe colpito l’aeroporto internazionale di Abu Dhabi. Notizia che tuttavia non è stata confermata dalle autorità emiratine, come del resto non lo era stato l'attacco a Riyad. Abu Dhabi ha parlato invece di un incidente ad un veicolo sulle piste dell'aeroporto, ma il giorno seguente il porto yemenita di Hodeidah è stato bombardato dalla coalizione. Proprio questa città costiera è al momento il principale campo di battaglia, luogo strategico, all'imbocco del mar Rosso, dove transita gran parte del petrolio che dal Golfo rifornisce l'Europa. A giugno la coalizione sunnita aveva ripreso il controllo della città e da allora gli scontri si sono intensificati: sempre la scorsa settimana i ribelli Houthi hanno colpito due petroliere saudite nel Mar Rosso, attacco che ha portato all'attuale sospensione del trasporto di greggio dall'Arabia Saudita.
Intanto, in attesa di capire se l'intervento del nuovo inviato dell'Onu riuscirà a favorire un accordo tra le parti, nel Paese è esplosa una nuova epidemia di colera che ha già provocato 2 mila morti e si è accesa in questi giorni la polemica sul Sudafrica, che, dopo Stati Uniti ed Europa, avrebbe rifornito di ulteriori armi le petrolmonarchie del Golfo.
Elisabetta Norzi