15° CONGRESSO FULI-CSdL Relazione introduttiva del Segretario FULI-CSdL Agostino D’Antonio
Federazione Unitaria Lavoratori Industria “RIPARTIRE DAI DIRITTI” 26 Ottobre 2021 - Palace Hotel Serravalle
Cari compagni delegati e delegate, pregiatissimi ospiti e compagni delle Federazioni della Confederazione Sammarinese del Lavoro ed amici della FLIA-CDLS, gentili ospiti, benvenuti al 15° Congresso della Federazione Unitaria Lavoratori Industria della Confederazione Sammarinese del Lavoro.
Sono felice di potervi finalmente rivedere tutti di persona a celebrare questo Congresso alla sua scadenza naturale, cosa che sembrava impossibile fino a qualche mese fa per colpa della inaspettata pandemia che ci ha per tanto tempo limitato la libertà, divisi, e messo tutti a dura prova. Un pensiero va a ai 92 cittadini di questa piccola ma grande nazione, che questo maledetto virus ci ha portato via, un altro pensiero va anche a chi è riuscito a guarire perché in molti casi permangono delle complicazioni. Permettetemi a tal proposito di rivolgere a nome di tutti voi qui presenti in questa sala, un sentito ringraziamento ha chi ha affrontato e combattuto con grande spirito di sacrificio e dedizione in prima linea un nemico invisibile, a tutto il personale dell’Istituto di Sicurezza Sociale, la nostra sanità pubblica quella che noi vogliamo difendere e migliorare, voglio anche ringraziare tutti coloro che hanno svolto del volontariato e si sono dedicati ai più deboli e a chi in difficoltà e alle forze dell’ordine per l’opera svolta.
Cari Delegati e Delegate, grazie anche a voi che in un momento dove non c’era più la razionalità, la lucidità e le certezze, avete affrontato con determinazione un periodo difficile oltre che nelle vostre vite private, anche sui posti di lavoro. Siete stati le sentinelle e i punti di riferimento nei posti di lavoro mentre noi eravamo isolati in ufficio con i telefoni che impazzivano, spiazzante era vedere i nostri uffici vuoti mentre fuori succedeva il finimondo. Nonostante tutto come Federazione siamo riusciti ad essere tutti presenti mantenendo la percentuale del 50% anche se nella CSU qualcuno è stato in quarantena e abbiamo avuto diversi casi di positività. Tutti ad aspettare i Decreti d’urgenza sfornati all’ultima ora sia a San Marino che in Italia, mentre nelle televisioni primeggiavano i virologhi, i ricercatori, gli scienziati e nei social network circolavano tante notizie spesso infondate che aumentavano l’angoscia di tutti noi.
Ora sembra lontano il periodo delle quarantene, dei focolai, delle mascherine e dell’amuchina e dei rilevatori di temperatura che non si trovavano, dei posti di blocco della polizia e dei certificati per muoversi che compilavamo continuamente, dei certificati medici, delle lunghe file ai confini per entrare ed uscire da San Marino, per non dimenticare poi quelle davanti ai negozi che all’inizio venivano presi d’assalto. Poi inizia la telenovela dei vaccini, la prima puntata era cominciata con un’intesa sottoscritta con l’Italia per l’approvvigionamento vaccinale, accordo rivelatosi poi valere meno di uno strappo di carta igienica. E’ stato per l’estrema necessità che dopo un mese forse qualcosa in più, che è incominciata la vaccinazione della popolazione con lo Sputnik su cui ancora verte la diatriba per il riconoscimento di EMA e per il libero movimento dei cittadini sammarinesi in Europa, la telenovela non è ancora conclusa e presenta ancora diverse problematiche.
San Marino è stato alla ribalta internazionale per mesi sia per la scelta del vaccino, ma anche per avere scelto e senza poche polemiche le aperture delle attività ricettive con orari diversi da quelli dell’Italia e del circondario. Consentitemi cinque semplici riflessioni: la prima è che se ci stiamo riprendendo ogni giorno di più le nostre libertà è grazie alla massiccia campagna vaccinale. La seconda che bisogna in ogni modo avere fiducia nella ricerca scientifica e medica perché il passo in avanti che l’intera umanità ha fatto negli ultimi 150 anni e lo sarà certamente anche in futuro è fuori discussione. La terza è che dal punto di vista sanitario il virus non è debellato è solo maggiormente sotto controllo. La quarta, gli stereotipi del capitalismo sfrenato e dell’individualismo, della persona fine a se stessa, hanno mostrato tutti i loro limiti.
La quinta e che molteplici sono gli effetti collaterali della pandemia a livello mondiale dal punto di vista sociale, economico e geopolitico. Spero si sia capito con questa orribile vicenda che c’è bisogno di battersi con maggiore determinazione a difesa di quanto sancito nella carta dei diritti dell’ONU, dignità, democrazia, uguaglianza e libertà sono tutti valori fondamentali e tutti hanno il dovere di rispettarli e il diritto di pretenderli. Si sta aprendo una fase politica nuova, non è casuale ma è più che mai opportuna e attuale, l’importanza del titolo del nostro Congresso Confederale che si svolgerà fra qualche settimana “Il Valore del Lavoro” diritti, dignità e contrattazione, mentre quello del nostro oggi e “Ripartire dai diritti” perché c’è la necessita di preservarli, difenderli e perché no, migliorarli. Sono uno di quelli che è andato alla manifestazione a Roma, contro per quel vile attacco fascista e squadrista che hanno subito la GCIL i lavoratori e pensionati italiani. Una cosa che era già successa 100 anni fa, e tutti sappiamo cosa andarono a finire le cose, allora bisogna fare attenzione, vigilare, perché la storia si ripete.
I giorni scorsi, ho pensato spesso ad un fatto analogo successo a San Marino, che forse voi avete dimenticato e che non ha nulla a che fare con i fascisti. Mi riferisco allo sciopero sulla riforma tributaria del 2013, quando mi trovavo in mezzo alla folla che calcava e spingeva me e altri compagni perché avevamo fatto un mezzo servizio d’ordine, contro i portoni del Palazzo Pubblico che ondulavano, dentro cerano i poliziotti, che tremavano come le foglie, la gente ci sputava in faccia e ci insultava, poi hanno sfondato e sono saliti su per le scale. Questo anni dopo è’ successo anche negli Stati Uniti e poi a Roma. Nessuno può sentirsi autorizzato per l’esaltazione a sfondare le porte entrare e demolire le case e i luoghi di chi in modo pacifico e liberale difende la democrazia ed il pluralismo. Esprimo la massima solidarietà alla CGIL e al mondo del lavoro italiano. Cari Delegati e Delegate, vi illustro alcuni dati sullo stato di salute della Federazione e della buona operatività svolta in questo ultimo triennio.
In quest’aula noi siamo 169 delegati nominati dai vostri colleghi di lavoro nelle 75 assemblee svolte in poco più di un mese. Qui sono rappresentati i lavoratori e le lavoratrici di 50 aziende manifatturiere. Dal novembre 2018 ad oggi, sono 340 i nuovi lavoratori che si sono iscritti alla FULI / CSdL, in aggiunta 200 sono i lavoratori a tempo determinato e disoccupati per un totale di 2043 iscritti, il che vuole dire che nella totalità dei lavoratori iscritti nel settore industriale della Repubblica di San Marino rappresentiamo il 48,85%, mentre in quello dell’Artigianato il 40%. Da gennaio 2018 a giugno 2021, sono state complessivamente 834 le riduzioni di personale, gestite insieme agli amici della FLIA / CDLS, di queste 90 per la sopravvenuta inidoneità alla mansione specifica, 38 quelle per giusta causa (mancati pagamenti) che hanno coinvolto 1303 lavoratori e lavoratrici, mentre le vertenze in Commissione Conciliativa sempre nel triennio sono state nel 2018 87 di carattere economico e 8 di carattere normativo, nel 2019 110 di carattere economico e 7 di le vertenze di carattere normativo, nel 2020 96 le vertenze di carattere economico e 9 di carattere normativo. 307 vertenze in totale.
Un percorso lungo 30 anni
Vi illustro alcune considerazioni su un percorso durato quasi 30 anni, in cui abbiamo lottato e vinto per fare comprendere alla politica ed a una buona parte della popolazione, che non era la finanza facile e tantomeno la piazza finanziaria che avrebbe sorretto e sviluppato le sorti del paese, ma era il settore manifatturiero e a caduta tutti gli altri settori. La solidità del mondo del lavoro la si è avuta anche vincendo una scommessa con i contratti di lavoro rinnovati sebbene in ritardo nel 2012, quando eravamo in piena crisi economica, quel rinnovo contrattuale ha arginato nonostante la pandemia, le gravi problematiche che l’indebitamento dello stato dovuto anche al dissesto bancario e finanziario hanno generato. Il paese non ha futuro senza una economia reale.
Le aziende dove lavoriamo si sono trasformate perché a seguito delle conseguenze della black list, hanno dovuto incominciare a competere sui mercati senza l’ausilio del differenziale fiscale che si è ridotto e a dovere competere con la concorrenza, questo ha cambiato in modo non indifferente sia le relazioni industriali che il modo di lavorare che il nostro mondo del lavoro.
Lo stato di salute del settore manifatturiero
Vi do alcuni dati di riferimento del settore nel triennio passato.
La forza lavoro complessiva di tutti i settori nella Repubblica di San Marino era di 21.861 è a settembre 2021 di 20.420 di cui il 31% è del settore manifatturiero. Le aziende manifatturiere sono passate dalle 517 del 2018 alle 480 nel 2021. La forza lavoro è passata da 5.943 lavoratori nel 2018 (il 41% frontalieri), di cui 4.463 maschi e 1.480 donne, a 6.551 lavoratori nel 2021 di cui 4.968 maschi e 1.603 donne. Difficile è quantificare per mancanza dei dati, l’aumento dei lavoratori frontalieri nel settore manifatturiero perché sono catalogati in un'unica tabella generale e suddivisi solo per mansioni e qualifiche, di questi sarebbe interessante e logico avere oltre che il settore di riferimento anche il dato fra maschi e donne.
I disoccupati a gennaio 2018 erano 425 maschi e 950 donne, a settembre 2021 291 maschi e 773 donne. Indiscutibile che ci sia stato un miglioramento e sicuramente ancora di meglio si potrà fare visto la ripresa economica che stiamo vivendo. Però alcune considerazioni le devo fare, non è affatto vero che i sammarinesi sono vagabondi come un politico ha lasciato intendere i mesi scorsi, tanto è che molti disoccupati si sono trovati il lavoro da soli. Sia chiaro, questo non vuole dire che l’Ufficio di Collocamento non funziona. Noi nei nostri uffici vediamo spesso gente disperata che non trova lavoro, vediamo spesso le donne che fanno fatica ad essere ricollocate per i pregiudizi, per gli orari che gli vengono proposti che spesso non contemplano le necessità famigliari che esse hanno, per non parlare poi delle proposte d’inquadramento con i livelli bassi.
La maggior parte non sono rifiuti all’avviamento al lavoro ma è l’impossibilità ad accettare quel lavoro piuttosto che altri. Può anche essere che se uno ha veramente bisogno di lavorare debba accettare quello che passa il convento, ma è legittimo dignitoso che un cittadino cerchi sempre di migliorare le sue condizioni di vita anche lavorativa e che venga riconosciuto a chi ha studiato o ha le competenze ed esperienza lavorativa il giusto e dignitoso inquadramento professionale. I giovani studiano, si diplomano, si laureano i genitori fanno sacrifici affinché si progettino e creino un futuro migliore. Un futuro che non lo si costruisce consegnando le pizze a domicilio, con lavori precari e tanto meno con il lavoro interinale, quello che abbiamo duramente combattuto e respinto anni fa e se c’è n’è sarà bisogno lo rifaremo sul nascere.
Vedete il nocciolo della questione è che fra la domanda e l’offerta nel mondo del lavoro in un piccolo stato come il nostro è che anche con piccoli cambiamenti legislativi si hanno ha delle variabili importanti, noi vogliamo la sostenibilità e l’armonia nel mondo del lavoro non l’irregolarità autorizzata. Dobbiamo respingere la logica che per attrarre imprenditori a San Marino occorre rendere appetibile il mercato del lavoro, perché attraenti sarebbero solo le condizioni al ribasso dei lavoratori. Bisogna quindi progettare il futuro almeno con un po’ più di lungimiranza e prospettiva, questo dobbiamo fare tutti noi compresi, affinché il futuro non lo gestiscano altri in solitaria. Vi ricordo alcuni grandi progetti che per anni se ne è parlato.
Il Polo Scientifico e Tecnologico il famoso incubatore per la formazione di aziende che dal 2019 ad oggi ha creato 65 aziende e 116 è il totale dei dipendenti occupati, nulla si sa di più. Adesso abbiamo anche il Polo del Lusso, una questione che ha occupato l’opinione pubblica e la politica per tanto tempo, speriamo che non diventi il Polo del Lesso, non aggiungo altro.
Mercato del lavoro.
Ora sono partiti i primi incontri con la Segreteria al Lavoro per la riforma del mercato del lavoro. E con questo e il 5° Segretario di Stato consecutivo che mette mano alle normative del mondo del lavoro. Fermo restando che l’impianto legislativo della legge 131/ 2005 è ottenuta con la mobilitazione è ancora saldamente vigente, le modifiche dei legislatori sono state effettuate prevalentemente sugli ammortizzatori sociali eravamo in emergenza occupazionale, poi però oltre alle emergenze e alle rimodulazioni delle indennità e agli incentivi alle assunzioni è arrivato chi doveva mettere a posto le percentuali dei Consulenti e dei Co.Co.Pro.
Qualcun’altro ha introdotto le norme a tutela dei lavoratori sulle dimissioni per giusta causa, per le sopravvenute inidoneità lavorative, Cambia il governo e qualcun’altro inserisce un disincentivo contributivo del 4,5% sulle assunzioni dei frontalieri che come avevamo fatto presente con la nostra contrarietà si è rivelato un incentivo alle assunzioni al ribasso dei lavoratori stessi frontalieri a discapito dei lavoratori residenti che cercavano lavoro. Poi sono arrivate le residenze fiscali, è arrivata l’annuale lotteria a sorteggio “resident for live” per pochi lavoratori frontalieri. Adesso il problema è sistemare i soci e gli amministratori che hanno la necessità di lavorare nelle linee di produzione o nei reparti tutto l’anno.
Nell’incontro di venerdì scorso in Segreteria ci è stato detto che entro dicembre il nuovo progetto di legge sul mercato del lavoro lo vogliono portare in prima lettura. Noi diciamo che siamo d’accordo a redigere un testo unico perché ormai è diventata una giungla dal punto di vista normativo, noi diciamo che vogliamo introdurre delle norme rigide affinché le aziende assumano i disabili, vogliamo i dati occupazionali e non solo per potere svolgere il nostro ruolo sindacale, vogliamo che l’ufficio di collocamento e l’ispettorato continuino ad essere pubblici e siano messi in condizioni di operare, diciamo no per la storia di questa federazione che ha combattuto per tanti anni e sconfitto il lavoro interinale, il precariato e il disagio sociale e lo abbiamo fatto perché questi indeboliscono la democrazia, e siccome non siamo per niente contenti di come vanno le cose, vogliamo anche più igiene e sicurezza sui posti di lavoro.
Igiene e sicurezza sui posti di lavoro.
Su quest’ultimo tema è partito il confronto, i presupposti devono essere quelli di una armonizzazione con le norme europee, perché se in Italia ci sono due vittime al giorno noi non siamo indenni perché siamo un’enclave dentro lo stivale, perché abbiamo i distacchi di dipendenti fra le aziende che hanno una sede o stabilimento oltre confine, perché un imprenditore deve sapere che ci sono regole certe nella prevenzione ecco perché le norme devono collimare il più possibile con quelle italiane che tra l’altro sono in via di modifica, il recente accordo fra governo e CGIL- CISL- UIL ha delle interessanti novità. Bisogna tenere conto che l’Unita Operativa Semplice della medicina sul lavoro e della sicurezza antinfortunistica nei luoghi di lavoro devono essere messe nelle adeguate condizioni per il controllo e il monitoraggio di ben 5.036 società.
L’igiene e la sicurezza devono diventare un vincolo non un costo se si fa male qualcuno e spesso si deve fermare almeno il reparto. Vi do alcuni dati in merito.
Nel 2016 ci sono stati 549 infortuni, 21 di essi con prognosi di 30 gg, solo 5 con prognosi superiore ai 30 gg, 87 gli interventi del dipartimento prevenzione.
Nel 2017 ci sono stati 543 infortuni, 21 di essi con prognosi di 30 gg, solo 1 con prognosi superiore ai 30 gg, 58 gli interventi del dipartimento prevenzione
Nel 2018 ci sono stati 439 infortuni, 17 di essi con prognosi di 30 gg, solo 1 con prognosi superiore ai 30 gg, 46 gli interventi del dipartimento prevenzione
La stagione dei contratti
In tutti gli altri Congressi di Federazione che ci hanno preceduto compreso quello Confederale e delle Federazioni della CDLS ho sentito parlare dei contratti che bisogna rinnovare.
Ce ne sono diversi che sono scaduti da tempo, alcuni da due anni altri addirittura da dieci. Non entro nel merito del perché si è arrivati a questa situazione, già tutto è stato scritto nelle relazioni e nelle mozioni conclusive dei Congressi che vi dicevo. Il nostro scade a fine anno. E’ ovvio e scontato che i contratti li dobbiamo rinnovare per ruolo in primis e non dobbiamo ripetere, l’errore che abbiamo fatto dal 2009 al 2012, i contratti sono la contestualizzazione della dignità del lavoratore verso il datore di lavoro. I contratti sono garanzia non solo per il mantenimento del potere d’acquisto che è importante, ma anche per il riconoscimento del ruolo del lavoratore, delle sue necessità dal punto di vista sociale, e normativo che deve essere il più possibile al passo dei tempi. Rinnovare i contratti è dare “valore al lavoro” lo slogan del nostro Congresso Confederale.
Il nostro contratto scade a fine anno. Rispondo all’amico Paride perché al suo Congresso di Federazione mi ha detto che la piattaforma contrattuale i contratti li faremo insieme come sempre è stato per 45 anni, non ho mai pensato ad altri scenari almeno nella nostra Federazione Lavoratori Industria, questo anche in virtù della legge sulla rappresentatività, anche se non so cosa succederà in altre Federazioni e magari con altri sindacati. Sui temi da affrontare già abbiamo incominciato a parlarne, ovvio sulle linee generali, su quelle criticità o distorsioni che vanno rimosse e chiarite con gli industriali, poi l’inflazione che si è mossa al 2.5 % il PIL che sale al 5,5%, Fitch la nota agenzia di rating ha consegnato qualche giorno fa un nuovo giudizio a San Marino (BB+ stabile) dice che l’industria trascina San Marino grazie anche grazie al nostro patners principale che è l’Italia dove si prevede un +3,5% nel 2022 e un + 2,5% non è un brutto biglietto da visita.
Le aziende lavorano tutte bene forse si dovrà incominciare a parlare di welfare collettivo magari utilizzando il Fondo Servizi Sociali, della formazione anche in materia di Igiene e Sicurezza sul lavoro, magari verso le nuove professionalità digitali, sicuramente un contratto che guarda anche alle nuove sfide anche perché ne arriveranno e noi dobbiamo essere pronti. Ma ancora e tutto molto embrionale. Oggi si formerà il nostro nuovo Direttivo poi si potrà incominciare a discutere nel merito del contratto e nei mesi prossimi presentare la piattaforma ai lavoratori, i primi mesi del prossimo anno dovremmo incominciare fare molte ma molte assemblee.
Però una considerazione la devo fare alla luce di quanto è successo nei mesi passati ma anche per quello che è stato scritto non solo nella mozione conclusiva del Congresso Confederale della CDLS, riportato sottotraccia poi anche in quello delle rispettive federazioni, in quelle mozioni non si fa nessun accenno alla CSU se non per effettuare una verifica sullo stato dei rapporti unitari ma anche un confronto fra tutte le organizzazioni sindacali sammarinesi sui grandi temi. Abbiamo combattuto sui posti di lavoro per difendere il contratto erga omnes il nostro Contratto Collettivo Generale di Lavoro da chi aveva come vangelo e voleva fare i contratti aziendali esclusivamente nelle grandi aziende, non ho visto grandi pentimenti, ci sono due contratti di lavoro nel settore industria uno per modo di dire antagonista al nostro neanche fra l’altro neanche approvato dai lavoratori, inoltre un sindacato che in 25 anni di storia con quello che è successo non ha fatto o proclamato neanche un quarto d’ora di sciopero mi lascia perplesso. Sul tema dell’unità voglio essere chiaro non sarà la FULI / CSDL a rompere i rapporti unitari e tanto meno sulla contrattazione unitaria.
La crisi del sistema bancario
Cari delegati e delegate quante volte abbiamo sostenuto nelle nostre tesi o comunicati che San Marino non poteva diventare una piazza finanziaria. Dall’assedio della guardia di finanza ai nostri confini a metà degli anni 90 siamo passati ad avere oltre 60 società finanziarie e 12 banche, le dinamiche di come funzionavano le cose c’è le ricordiamo bene. L’11 gennaio 2006 al ministro degli esteri italiano mentre era intento a venire a San Marino per firmare il memorandum d’intesa gli fu appellato a non salire sul Titano, da quella vicenda passammo 7 anni in black list. La gente veniva da ogni dove per scudare i soldi e chiudere i conti correnti.
Si era arrivati al punto che nelle banche se dovevi cambiare un assegno o volevi del contante dovevi tornare giorni dopo, anche per piccole cifre, la piazza finanziaria incomincia a dare segni di cedimento. Nel 2013 viene firmata la convenzione con l’Italia si attiva lo scambio di informazioni automatico ponendo fine al segreto bancario verso l’esterno, mentre ancora il segreto bancario interno fra di noi sopravvive. Queste sono le dinamiche che ci hanno portato all’attuale situazione del sistema bancario. La colpa non è dei dipendenti delle banche sia chiaro, ma dei vertici.
Nelle banche vigeva la cattiva prassi di prestare soldi ad amici e parenti o a imprenditori stacotti, senza garanzie. Lo hanno fatto per anni tanto i soldi arrivavano a palate, pensate che nel 2008 la raccolta nelle banche era di 13.8 miliardi di euro ( 9,2 miliardi di raccolta diretta e 4.6 miliardi di raccolta indiretta ), nel 2020 la raccolta nelle banche è stata di 6.981 milioni di euro ( 5.312 milioni di raccolta diretta e 1.669 milioni di raccolta indiretta). Ora ci troviamo con 340 milioni di NPL recuperarli tutti un illusione, troppi immobili sovrastimati e non solo rimasti in pancia alle banche e dirottati sulla banca dei sammarinesi, Cassa di Risparmio per colpa di chi? Noi vogliamo e dobbiamo sapere chi è responsabile di tutto ciò perché non si ripeta in futuro una cosa di così grande portata. Già avevamo avuto in passato i furbetti della monofase, vi ricordate di quei 400 milioni non pagati e su come è andata a finire. La colpa di queste vicende non può essere attribuita a tutta la collettività e sulle future generazioni perché le garanzie sul differenziale della mancata riscossione di questi crediti c’è lo mette lo stato, cioè noi. Possibile mai che nessuno paghi per gli errori o i furti di questo genere. Le banche devono svolgere il loro ruolo di sostentamento dello sviluppo delle imprese, dell’economia in generale non affossare un paese. Le nostre banche si devono aprire verso l’esterno o al contrario San Marino deve aprire ad altri Istituti di credito, non operare da Chiesanuova a Dogana.
L’indebitamento dello stato
Penso che sia chiaro ormai che con un debito pubblico cosi grande per un paese così piccolo sia una questione veramente pericolosa. Abbiamo oltrepassato abbondantemente il miliardo di euro di debito, 150 milioni di euro li hanno chiesti in prestito ad una multinazionale la Cargill che produce alimenti per animali, ma badate bene ha anche brevettato delle mascherine per le mucche per limitare l’emissione di CO2 negli allevamenti intensivi (andate a vedere su internet), hanno emesso 340 milioni di euro di titoli di stato che se ce li hanno comprati solo qualche società finanziaria di grosse dimensioni, possono condizionare dall’esterno la vita del paese. Poi ci sono 455 milioni di euro di titoli irredimibili di Carisp. Irredimibile in finanza pubblica o privata, è un prestito o un debito di cui non si può avere o chiedere il rimborso. Indicano una particolare modalità di emissione di titoli di debito pubblico consolidato di media e lunga durata.
Un articolo sull’espresso diceva tempo fa sulla questione irredimibili: "San Marino potrebbe essere un laboratorio-esperimento come lo è per l'utilizzo del vaccino russo Sputnik V in Europa. Va però detto che la strategia del Titano sarà vincente solo se il piccolo paese riuscirà a procedere con le riforme strutturali necessarie per rimanere sui mercati finanziari, altrimenti la bolla verrà a galla". Aggiungo una considerazione, sono 28 milioni di euro le somme fra le intermediazioni e gli interessi annui, 30 milioni sono quelli che ci hanno prelevato dai fondi pensione due anni fa e che ci vogliono forse prelevare anche quest’anno. Non rimane neanche un centesimo per lo sviluppo, per gli investimenti o le infrastrutture.
Equità fiscale e riforme
Nel 2013 con una grande manifestazione anzi una storica manifestazione si ottenne una riforma fiscale, con noi lavoratori e pensionati abbiamo mantenuto il patto con il paese paghiamo di più non ce dubbio chi è a reddito fisso viene tassato quasi prevalentemente alla fonte. Ma ci sono due aspetti importanti di quella legge che non sono stati portati a termine, la nascita di un organo di controllo dei redditi che certifichi chi paga e chi non paga deve pagare le multe. Se qualcuno magari anche livello sindacale pensa che è meglio avere una nazione dove non esiste una sorta di Guardia di Finanza per attirare, trattenere, capitali e patrimoni magari grazie anche al segreto bancario interno, deve dire pubblicamente ai lavoratori e pensionati e ai piccoli risparmiatori, quelli che dobbiamo difendere, che se pagano sempre più di tasse in futuro e per colpa di chi evade o a chi dichiara 0 euro nell’ IGR, o non dichiara le grandi rendite patrimoniali o catastali, ma è colpa anche di chi non vuole un organo di controllo o di accertamento, quello che invece ci vuole in un paese democratico e civile anche per una coesione sociale. Questa non è patrimoniale questa è l’equità fiscale
Riforma Pensionistica
Nelle assemblee se ne è parlato tanto, è ovvio chi è vicino con l’attuale legge alla pensione se la sente correre. Però vedete la cosa bella è stata vedere i giovani che quando si parlava di questo tema prima giocherellavano con il telefonino poi addrizzavano le orecchie, quando si parlava del patto generazionale che tiene insieme il sistema previdenziale. Ai giovani bisogna farli ragionale e fargli capire che versano anche per i loro genitori e che un giorno quando saranno loro in pensione qualcuno dovrà versare per loro. E’ un equilibrio fra chi lavora, chi si fa male, chi si ammala e chi va in pensione. Noi con senso di responsabilità sappiamo che Ma ci sono alcuni punti fermi da elencare: Il contributo dello deve continuare ad esserci vedrete che nel tempo dovrà aumentare per mantenere in piedi o in equilibrio il primo pilastro. Il secondo pilastro cosi non funziona. Nonostante sia arrivato in neanche 10 anni a 150 milioni di euro, non rende abbastanza, troppe sono le spese di gestione.
Bisogna che chi contribuisce a quel fondo lo gestisca in maniera autonoma e con maggiore rendimento. Un riconoscimento alle donne o a chi rinuncia al tempo pieno per comprovati motivi familiari, ragionare sui così detti lavori usuranti e logoranti esempio i turnisti che ruotano ciclicamente durante la settimana, poi non è il massimo che uno prenda in pensione più soldi di quando andava a lavorare.
Integrazione con l’Europa
Cari delegati e delegate quell’Europa nata da un sogno di pace dei popoli nel dopoguerra e che c’è l’ha garantita ha avuto un lungo periodo di stallo quando le nazioni erano attaccate l’una con l’altra con una moneta. Ci è voluta la pandemia per accelerare la creazione definitiva di quel sogno. E’ con fierezza che appartengo alla CSdL da sempre europeista siamo anche membri della C.E.S. Ma noi a San Marino con un referendum abbiamo detto no grazie non ci interessa preferiamo rimanere da soli, come dire tanto nel condominio europeo ci siamo ugualmente, se abbiamo bisogno di qualcosa si va a Roma no, che bisogno c’è di andare a Bruxelles. Poi forse col tempo la politica ha capito l’errore ed ha incominciato a parlare di associazione, per carità un percorso avviato da diverso tempo intrapreso anche con altri piccoli stati, che però non vede mai la fine.
L’iter di associazione fa un passo avanti e due indietro. Le opportunità le vediamo tutti tanti soldi per tanti progetti come ho avuto occasione di dire i giorni scorsi davanti al Segretario dell’Industria quei soldi noi non li abbiamo, ma se sono anche i nostri quei progetti per il futuro, questi attualmente non ci appartengono. Il treno dell’Europa è già passato, sta a noi andarlo a prendere magari in un'altra stazione o con un nuovo referendum o con la firma dell’accordo di associazione, non vedo altre strade.
Concludo cari delegati e delegate ringraziando il membri del Direttivo uscente per la puntualità alle riunioni, per l’apporto costruttivo e il contributo dato portando le istanze dai posti di lavoro, per la competenza sulle varie tematiche affrontate nelle riunioni, per essere sempre intervenuti. Vi ringrazio anche per avere deliberato all’unanimità il progetto giovani nella Federazione, fortunatamente ne abbiamo e bisogna aiutarli nel percorso formativo e sostenerli. Abbiamo incominciato con Cristian che ha organizzato in modo impeccabile le 74 assemblee e ha coordinato i permessi, Cri hai fatto un gran bel lavoro. Consentitemi un ringraziamento per la collaborazione e la pazienza i colleghi amici Steve, Cristina, Marina, Manuel, Andrea, Jessica, Graziella, Luciano e Maria Grazia, Ivan. Aggiungo anche le due Anna, Martina. Grazie a Davide compagno di tante battaglie e a Simona per l’ottimo lavoro svolto in Federazione, mi avete fatto stare tranquillo anche nei mesi in cui stavo bene e non dite che vi ho trattato male. Grazie a zio Willy il tutor della Confederazione.
Ad Ombre, il nome di battaglia che ho dato ad Enzo quando l’ho conosciuto trenta anni fa, meritata, indiscussa e condivisa da parte mia è la sua candidatura a prossimo Segretario Generale. Infine lo faccio qui nella FULI perché è qui che l’ho conosciuto trenta anni fa, Giuliano il Segretario Generale che in questa Federazione è cresciuto, si è formato e ci ha formato, in una squadra che ha fatto tante battaglie e conquiste nella storia dei lavoratori di San Marino. Caro Giuliano, ti va riconosciuto anche il merito di aver sempre assicurato la confederalità, convocando sempre la Segreteria allargata, dando spazio a tutte le Federazioni in egual misura; non ti fermare trasmetti, tramanda e racconta ai giovani delegati, la tua esperienza, la tua conoscenza, la tua onestà intellettuale.
Viva San Marino, Viva la Federazione Unitaria Lavoratori Industria della CSdL.
Agostino D’Antonio Segretario Federazione Unitaria Lavoratori Industria ’
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