21° Congresso CSdL, il capitolo unità sindacale
Il documento di base per il 21° Congresso CSdL tratta, come di consueto, il tema dell’unità sindacale. Un capitolo importante, ampiamente dibattuto nell'Assemblea Generale dei Delegati e Rappresentanti Sindacali riunita nei giorni scorsi. Ecco come viene affrontato nel documento.
“Gran parte dei temi trattati [nello stesso documento n.d.r], pur con alcune differenti sfumature, fanno parte delle posizioni unitarie, sostenute con diverse iniziative, a partire dalle assemblee intercategoriali fino alla proclamazione degli ultimi due scioperi generali. Anche sui rinnovi contrattuali sottoscritti si è registrata una sostanziale unità di intenti e di azione tra le tre organizzazioni sindacali.
Lo stesso programma di Governo per la XXXI legislatura contiene diversi punti facenti parte delle rivendicazioni sindacali. Alcuni sembrano andare nella direzione di intrattenere un dialogo con le organizzazioni sindacali per trovare le necessarie convergenze, mentre altri sono più vaghi e generici. Come di consueto, non mancano elementi che sembrano non collimare affatto con le posizioni sindacali.
C’è da augurarsi che lo schema dei Governi autoreferenziali non si consolidi ulteriormente e che la normale dialettica porti alla ricerca di soluzioni condivise ai problemi del Paese e delle persone che rappresentiamo. Affinché ciò si verifichi, sarà determinante la ricerca della massima unità sindacale.
Da qualche tempo si è registrato un cambiamento sostanziale nei rapporti unitari; il ruolo antagonista nei confronti della CSU, che ha contraddistinto la terza sigla sindacale fin dalla sua costituzione, sembra sia stato accantonato, per lasciare spazio ad una maggiore collaborazione con CSdL e CDLS. Se nel 2018 gli scioperi indetti dalla Centrale Sindacale Unitaria sono addirittura stati contestati da USL, quelli del 2022 e 2023 sono stati condivisi da tutti e tre i sindacati.
Resta il fatto che, sul piano delle politiche organizzative e della ricerca degli iscritti, USL ha alimentato una evidente concorrenzialità, anche all'interno della CSU; se da un lato il pluralismo sindacale può rappresentare uno stimolo ad essere sempre più propositivi e attenti a tutte le dinamiche che hanno riflessi sulle condizioni di vita e di lavoro delle persone, dall'altro rischia di produrre contraccolpi negativi, tra cui l’eccesso di presenzialismo fine a sé stesso.
Il rapporto con la CDLS è prioritario e la CSU rimane l’ambito all’interno del quale ricercare la massima condivisione dell’azione sindacale, verificando poi le opportune convergenze con USL. Storicamente, l'unità d’azione che ha contraddistinto la CSU, seppure non sempre con il medesimo vigore, ha segnato un notevole balzo in avanti nella forza e nella rappresentanza del movimento dei lavoratori, consentendo di realizzare storici obiettivi, che altrimenti difficilmente si sarebbero perseguiti.
Nel 2026 si celebreranno i 50 anni della nascita della Centrale Sindacale Unitaria. A nostro avviso, questa ricorrenza non dovrà essere esclusivamente la celebrazione di un compleanno, ma costituire un momento di riflessione rispetto alla prospettiva dell’unità organica che si prefiggeva. Si sono susseguiti nel tempo diversi accordi che hanno fissato regole tese a codificare le modalità di assunzione delle decisioni e di coinvolgimento delle lavoratrici e dei lavoratori, ma questa prospettiva si è avvicinata o allontanata a fasi alterne senza realizzarsi.
È giunto quindi il momento di chiarire se possa essere raggiunta o debba essere definitivamente abbandonata. Per quanto ci riguarda, da decenni lo Statuto della CSdL impegna la Confederazione, attraverso tutte le sue articolazioni, a realizzare l’obiettivo dell’unità organica, per due semplici ragioni, ovvero avere maggiori risorse umane da poter destinare ad un rapporto diretto e continuo con le lavoratrici ed i lavoratori e semplificare le modalità di confronto tra le diverse eventuali opinioni esistenti, che devono comunque avere legittimità.
Potrebbe sembrare che la nascita ed il consolidamento di una terza organizzazione sindacale abbia reso vano questo obiettivo, visto che l’unità organica della CSU non rappresenterebbe comunque l’unicum sindacale. In realtà, le ragioni sopra ricordate ne rafforzano la necessità: il fatto che le risorse con le quali le lavoratrici ed i lavoratori finanziano i sindacati vengano distribuite su più organizzazioni, inevitabilmente limita la possibilità di coniugare la necessità di analisi e proposta sui temi confederali, con il conseguente confronto costante con i lavoratori ed i pensionati e con la ingente attività contrattuale e vertenziale delle Federazioni.”
Comunicato stampa
CSdL
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