Si è svolta oggi (8 marzo - sala incontri dell’Hotel – Ristorante “ROSSI” - SM) una conferenza stampa nella quale Giovanni Lonfernini e il suo avvocato di fiducia, Stefano Pagliai, hanno illustrato ai media quanto stabilito nella sentenza emessa in grado di appello dal giudice Francesco Caprioli, riguardo il procedimento denominato “Conto Mazzini”. L’avvocato Stefano Pagliai ha subito evidenziato: “Nel prendere atto con soddisfazione dell’esito del secondo grado, sottolineo come per Giovanni Lonfernini il giudice di appello abbia pronunciato un provvedimento di piena assoluzione nel merito: sia per quanto riguarda la contestazione di associazione a delinquere che per quanto riguarda la contestazione di riciclaggio. Tengo, inoltre, a precisare che per il mio assistito l’assoluzione sarebbe intervenuta a prescindere sia dallo scattare dei termini di prescrizione sia degli effetti della sentenza del Collegio Garante. È stata invece, di fatto e de iure, riconosciuta la sua innocenza e la sua estraneità. I commenti e le semplificazioni di questi giorni, provenienti in particolare dagli ambienti politici che danno a intendere che vi sia stato un colpo di spugna generalizzato, non sfiorano in alcun modo quanto riconosciuto in sentenza a Giovanni Lonfernini. Ripeto: piena assoluzione nel merito.” Giovanni Lonfernini ha, invece, dichiarato: “L’assoluzione, in formula piena senza se e senza ma, chiude un periodo molto complesso della mia vita apertosi il 3 novembre 2014 con le mie dimissioni dal Consiglio Grande e Generale. In questi otto anni ho sempre creduto nell’autorità giudiziaria anche quando, a seguito degli esiti della Commissione d’Inchiesta su Banca CIS e altro, si sono palesate evidenti ‘ombre’ dell’opinione pubblica sulla credibilità e imparzialità del Commissario della Legge Buriani, posto a guida del pool incaricato delle indagini sul “Conto Mazzini”. In merito poi alle svariate letture della sentenza, emerse in questi giorni, rispetto alle quali non ho alcunché da replicare, segnalo solo di aver sempre scelto la strada di non intraprendere alcun tipo di azione di contestazione del provvedimento di confisca dei beni. Un fatto incontrovertibile”. “In questi anni mi è parso che il “Conto Mazzini” fosse diventato la più classica delle foglie di fico dietro la quale la nostra politica si è comodamente nascosta. Obiettivo, oscurare le proprie mancanze, ritardi e difficoltà. Auspico, però, che si apra una nuova stagione dove, oltre al corretto equilibrio tra i poteri dello Stato, la dialettica tra politica e giustizia ritorno all’interno di un alveo rigoroso, rispettivamente rispettoso e finalmente sereno – ha concluso Giovanni Lonfernini - un pensiero, infine, alla mia compagna Marta, ai miei genitori e ai miei fratelli ed alla mia famiglia, che mi hanno accompagnato ‘passo dopo passo’ all’interno di questo difficile pezzo di vita. Mi sono sati la fianco senza perdere mai fiducia nel fatto che alla fine venisse finalmente riconosciuta la mia totale estraneità da ogni ipotesi accusatoria. In una parola, la mia innocenza”.
Cs Carlo Bozzo