Abbecedario dell’inutilità. Un messaggio green da San Marino a Mantova
Scarti ritrovati in luoghi marginali e parole orfane del loro contesto a cui gli artisti ridanno dignità di cose e di nuova letteratura. Un progetto a cura del Green Festival San Marino e Montefeltro per il Festival della Letteratura di Mantova.
Il concetto di inutile spadellato provocatoriamente nella società del consumo e dell’effimero, della tecnica e della funzionalità all’ennesima potenza. Questo l’esperimento estetico-antropologico dal titolo "L'abbecedario dell'inutilità" che il Green Festival San Marino e Montefeltro e il Micro Museo dell'oggetto ritrovato propongono dal 4 al 7 settembre per il blasonato Festival della Letteratura di Mantova, in un circuito indipendente quale lo Spazio R84. Un progetto presentato alla stregua di un piatto gourmet, fatto da due chef d’eccezione e da ingredienti insospettabili e per ragioni tecniche difficilmente amalgamabili e rimescolabili, come i libri e le cose. Questa la ricetta. Come contenitore prendere un progetto-fucina come il Green Festival San Marino - Montefeltro che opera sui temi della sostenibilità da oltre 7 anni e che per comunicare si serve di arte e creatività. Al suo attivo progetti permanenti come il Micro Museo dell’oggetto ritrovato di Verucchio e gli Archivi Sostenibili dell’arte. Come chef servirsi di due artisti, Gabriele Geminiani e Federica Menozzi in arte MEMA che operano da tempo su orizzonti geografici diversi ma complementari e connessi quali il fiume, il lago e il mare. Anime sensibili che hanno come comune denominatore della propria ricerca una semiologia affettiva rivolta agli scarti. Scarti che raccontano le storie di oggetti dimenticati, ma che restano vivi nella memoria del tempo, residui quiescenti di ognuno di noi in attesa di un riscatto. Che a volte arriverà tardivo, ma arriverà ma che a volte non arriverà mai. Nonostante i nostri eroi. Come ingredienti servirsi di una serie di frammenti e relitti di cose ritrovati nei luoghi citati e uniscili a una serie di ritagli di parole o di frammenti di frasi rubate aprendo a caso libri e libercoli custoditi in una biblioteca di paese. Rigorosamente in una torrida giornata di luglio con un disagio che trasudi intuizioni fra il mistico e il poetico. Mescolare quanto basta e far riposare per diversi giorni. Riprendere l’impasto stagionato e farci dei panetti da esporre in bella mostra su appositi supporti. Con ritagli e avanzi predisporre un laboratorio aperto ad adulti e bambini. Presentare l’impasto su di un tavolino apparecchiato di: penne e matite colorate; supporti di carta o tavole di cartone riciclato; forbici; vinavil. Lasciare le indicazioni su come procedere e cioè fare in modo che ogni partecipante prenda il ritaglio di oggetto o di più oggetti che più lo colpiscono. A quel punto li andrà ad incollare sul supporto messo a disposizione. Dopo essersi preso il tempo per riflettere sui significati emozionali che quelle cose evocano in lui, andrà a selezionare una serie di parole che sentirà più adatte a poter esprimere quelli che sono i sentimenti da lui provati e li accosterà agli oggetti nella sequenza a lui più congeniale. La scelta delle parole, a differenza di quella delle cose, dovrebbe essere un’azione rapida e istintiva. L’opera così creata verrà fotografata dal suo creatore e resterà all’organizzazione ai fini di una mostra e verrà restituita a chi lo richiederà.
Nella foto: Festival della Letteratura di Mantova, una scorsa edizione
Comunicato stampa
Green Festival San Marino
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