Aborto, Pro Bimbi: "Prevenzione e tutela delle minorenni"
Affrontare la tematica dell’aborto in un paese come il nostro, così pesantemente condizionato dalla religione, non è facile. Questo non toglie che in ambito politico, che piaccia o meno, sarebbe fondamentale ragionare da pensatori liberi per garantire una legislazione completamente laica. E se si ragiona da pensatori liberi, il soggetto giuridico con diritti e doveri non è considerato tale a partire dal concepimento. E’ questo il piano di confronto su cui si deve ragionare, perché al di fuori di esso entrano in gioco convinzioni di ordine religioso, etico, morale che non possono mettere in accordo una popolazione eterogenea fatta di diverse religioni, esperienze e credenze. Ricordiamo che sono 26 gli stati europei che ammettono l’aborto e solo 2 quelli che invece non lo ammettono. Questo non perché ci si debba omologare ai “vicini”, ma solo per ragionare in maniera più ampia ed onesta su una tematica delicata e vittima di troppe ingerenze non pertinenti. La scorsa settimana si è deciso di accogliere istanze d’arengo che ammettono la pratica abortiva in 3 dei 5 casi chiesti: violenza sessuale, gravi patologie o malformazioni fetali, gravi rischi di salute materni. Resta reato penale l’aborto in caso di donna minorenne e donne socialmente emarginate. L’Associazione Pro-Bimbi vuole porre attenzione sull’istanza non accolta in merito alla depenalizzazione dell’aborto in caso di minore. Crediamo davvero sia la scelta giusta per uno stato libero “costringere” una ragazza minorenne a portare avanti una gravidanza non desiderata? Imporre la maternità come un dovere senza considerare l'enorme disagio psicologico che ne potrebbe conseguire? Con che diritto lo farebbe persino un genitore? E noi pretendiamo di farlo come Stato? Siamo sicuri di voler intraprendere la strada del proibizionismo e non quello della libera scelta associata alla tutela sociale della gravidanza? Ciò che all’Associazione risulta assolutamente fondamentale è una politica di difesa della donna, che possa aiutarla, attraverso canali dedicati, nel fare una scelta consapevole e libera. Libera anche da un possibile disagio socio-economico ad esempio, specialmente in questo momento storico. E’ questa la strada di libertà da scegliere a nostro parere. Infine sarebbe fondamentale capire che, quando una donna (o una ragazzina) non accetta una gravidanza, l’alternativa ad abortire non è non abortire, ma abortire clandestinamente e senza alcuna tutela. Una legislazione laica serve a ridurre questa eventualità, evitando di voltare la testa dall’altra parte ogni volta che questo succede. L’Irlanda è l’unico Paese europeo (insieme ad Andorra) ad ammettere la pratica dell’aborto solo nel caso in cui sia a rischio la vita della madre. Ma le restrizioni, secondo i dati diffusi dalla Bbc, fanno sì che ogni anno circa 6.000 irlandesi vadano nel vicino Regno Unito per interrompere la gravidanza. Così come finora è avvenuto tra San Marino e la vicina Italia dove invece, anche per le minorenni, sono stati definiti percorsi ben precisi volti in primis a tutelare la maternità ma che comunque lasciano la libertà di scelta. Il proibizionismo, che piaccia o no, serve solo a mettere a posto la coscienza del legislatore, nient’altro, e la storia e i dati attuali lo dimostrano in maniera inequivocabile. Al contrario, più educazione e prevenzione potrebbero aiutare a superare il tabù che esiste intorno alla questione sessuale e contribuirebbero a evitare molte gravidanze indesiderate.
Comunicato stampa
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