Adesso.sm: A proposito di facce di bronzo!
Questa maggioranza sin dalla campagna elettorale ha promesso che avrebbe fatto chiarezza sui conti pubblici, attuando le riforme necessarie per troppo tempo disattese, così come sin dal suo insediamento ha messo subito in chiaro come stavano le cose dando conto, con una inedita “operazione verità”, della difficile situazione del bilancio dello Stato, dei problemi imminenti di liquidità, del deficit strutturale di circa 30 milioni e della necessità improrogabile di porvi mano.
Proprio perché non era più possibile rimanere fermi di fronte all’aggravarsi della situazione, cercando di nascondere i problemi sotto il tappeto per paura di perdere i consensi anziché avere il coraggio di adottare provvedimenti anche impopolari ma necessari. È proprio per colpa del tempo perso grazie a questa politica di immobilismo che oggi siamo tutti chiamati ad una presa di coscienza contribuendo al risanamento del bilancio in maniera sicuramente maggiore di quanto sarebbe stato necessario se si fosse intervenuti negli anni passati.
La DC lo sa bene, avendo diretto il governo per tutti gli anni della crisi, e sa anche che se si è ritrovata all’opposizione è proprio perché continuava a fare orecchie da mercante di fronte alle richieste di cambiamento che provenivano anche dai suoi alleati.
Oggi dunque non è più il tempo di raccontare le favole ai sammarinesi, fingendo di ignorare che il Paese necessita di cambiare rotta rapidamente, passando ad una migliore gestione della spesa, ad attuare una politica non di austerità ma di risparmio, ad attuare riforme strutturali poco simpatiche ma indispensabili per potere continuare a mantenere il livello dello stato sociale come lo abbiamo sempre conosciuto, in particolare mantenendo sanità ed istruzione gratuite per i nostri concittadini. Alcuni sacrifici, poi, sono solo di natura temporanea, fino a quando non si avranno nuove entrate derivanti dalla politica di sviluppo che già fa registrare una prima inversione di tendenza sul fronte dell’occupazione e del numero delle imprese. È evidente che quanto più si allargherà la base imponibile, tanto più si potrà ridurre il carico fiscale in capo ai singoli.
Fa veramente sorridere che la Dc definisca “austerity” un contributo che va dall’1,5 al 3,5% per la maggior parte degli stipendi di chi ha la fortuna di potere usufruire di un posto di lavoro fisso nella PA, senza contare che tali interventi erano già stati adottati ai tempi di Pasquale Valentini Segretario alle Finanze. Certo, in passato loro erano abituati a non guardare troppo né alla spesa né al futuro tanto da concedere aumenti contrattuali del 20% in 4 anni, anziché accantonare risorse per i tempi di vacche magre. In tempi più recenti ricordiamo come per ridurre la spesa della PA hanno pensato bene di ricorrere anche ai prepensionamenti, limitandosi a scaricare così l’onere sul fondo pensioni anziché cercare di ridurlo.
La posizione della Dc rasenta la farsa quando – ebbene sì, proprio loro! – hanno il coraggio di parlare di assunzioni clientelari guardandosi bene però dal fare i nomi, dal momento che in questa legislatura nessuno è stato assunto senza un regolare bando di selezione o concorso, tramite commissioni di cui spesso facevano parte anche funzionari e tecnici piuttosto vicini alla Dc stessa.
Non giova a nessuno continuare a negare la realtà, come cerca di fare la Dc in una patetica difesa del tempo che fu, parlando di “presunte” perdite di bilancio. Come si può seriamente parlare di avere raggiunto il pareggio di bilancio quando ogni anno si è fatto ricorso a misure straordinarie quali patrimoniale, addizionale IGR (con un 5% in più solo per i precari), condoni e compagnia bella, e non si è approntato nemmeno UN intervento strutturale? Per non parlare poi del buco di Cassa di Risparmio tenuto consapevolmente nascosto pur di non rinunciare ad una propria roccaforte, mentre negli anni si sono iniettati circa 320 milioni a copertura di una gestione scellerata degli NPL senza chiamare nessuno a rispondere delle proprie responsabilità.
Parafrasando Lincoln si potrebbe dire ai democristiani che possono raccontare le favole a tutti per qualche tempo o a qualcuno per sempre, ma non possono raccontarle a tutti per sempre.
Comunicato stampa
Adesso.sm