La modifica alla legge in materia di antiriciclaggio deve essere necessariamente accompagnata dalla capacità di ascoltare anche le difficoltà e le proposte provenienti da chi quella legge poi la deve fattivamente osservare ed applicare. Non lo diciamo per invocare una via verso la deresponsabilizzazione ma, al contrario, per sostenere il sistema. Bene ha, quindi, fatto il Segretario di Stato per le Finanze elevando il tenore del confronto oltre che con la minoranza, con il sistema bancario e gli Ordini Professionali. Nell'ultimo decennio la Repubblica di San Marino ha pagato, a caro prezzo, il ritardo all'adeguamento alla normativa internazionale. Spesso adottando normative ben più stringenti rispetto a quelle vigenti negli altri Paesi. Dobbiamo ora prendere atto, anche con orgoglio, che siamo fra gli Stati più virtuosi sia dal punto di vista dell'apparato legislativo che sotto il profilo applicativo. Detto questo occorre rimuovere quegli elementi, divenuti stabili nel tempo, che stanno provocando un vero e proprio fermo nello sviluppo della nostra economia. Ciò che è lecito e normale, ad esempio, nella vicina Italia potrebbe non esserlo da noi a seguito anche delle eccessive responsabilità amministrative e penali vigenti. Una situazione che, negli anni, ha rallentato la nostra economia con effetti anche sulla stessa raccolta bancaria. La riforma della legge antiriciclaggio - in vista dell'adeguamento della V Direttiva - deve essere anche l’occasione per un riallineamento a parametri di normalità ad esempio sotto il profilo sanzionatorio e di semplificazione delle procedure. Dobbiamo fare i conti con questa realtà tornando ad essere un Paese normale, consci degli anticorpi che abbiamo sviluppato nell'ottica di prevenzione verso ogni possibile rischio.
cs Alleanza Riformista