Anis: progetto serio e sostenibile per affrontare priorità Paese
Dall’Assemblea ANIS gli imprenditori mandano un messaggio forte e chiaro: “Affrontare le priorità del Paese, ma in un progetto serio, credibile e sostenibile. Non possiamo accettare la prospettiva sterile di altre patrimoniali o peggio di un ulteriore aumento del costo del lavoro”. Si è svolta questo pomeriggio l’Assemblea Generale di ANIS, alla presenza di tantissimi imprenditori sammarinesi. Gli Associati hanno approvato il bilancio 2018 e il previsionale 2019, poi hanno assistito all’illustrazione del lavoro dell’Osservatorio ANIS, che ha analizzato l’indice PMI (Purchase Market Index) relativo ad un campione significativo di aziende manifatturiere associate, il quale evidenzia una fase incerta e altalenante. Dopo l’aggiornamento tecnico su alcuni temi attuali quali l’IVA, la fatturazione elettronica, l’accordo di associazione all’Ue e il mercato del lavoro, gli imprenditori presenti, stimolati dal Presidente Neni Rossini, hanno dato vita ad un acceso dibattito, trovando ampia condivisione sulle azioni intraprese finora e su quelle che l’Associazione dovrà attivare in futuro. “Ci troviamo in un contesto economico faticoso”, ha spiegato il Presidente, “attraversato da questioni di estrema gravità, e in una situazione politica che vista dall’esterno mostra una preoccupante instabilità perché al suo interno è dilaniata dai paralizzanti conflitti degli opposti schieramenti in Consiglio Grande e Generale. Ogni giorno ANIS è in prima linea nel delicatissimo compito di sostenere e tutelare l’economia reale di San Marino, di cui le nostre aziende sono le principali interpreti. Purtroppo”, ha rimarcato, “manca la determinazione di mettere mano ai gravi problemi che attanagliano il Paese da anni. Per questo abbiamo scelto di rimboccarci le maniche e intervenire con più decisione: riteniamo doveroso avanzare proposte e critiche sui temi più importanti che investono il nostro Paese. In questo momento tali decisioni, come ad esempio sulle grandi riforme, non stanno arrivando e altri problemi attendono una soluzione: non possiamo più perdere tempo ed è con questo spirito che stiamo stimolando il dibattito sulle vere priorità per San Marino. In diversi casi siamo riusciti a limitare i danni, ma non a generare quelle virtuose inversioni di rotta che forse oggi ci avrebbero fatto parlare d’altro. Basti pensare al caos targhe, che ci ha spinto a inviare appelli e lettere ufficiali anche ai rappresentanti delle Istituzioni italiane. Sono passati sette mesi dal Decreto Sicurezza e, nonostante i conclamati buoni rapporti tra i Ministri degli Esteri dei due Paesi, la soluzione ancora non c’è”. “Abbiamo chiesto a gran voce a tutte le parti sociali, prima di tutto alla politica, una visione di sistema per costruire un progetto strategico, mettere in sicurezza lo Stato, mantenerne la stabilità e investire in un sano sviluppo economico. Per questo motivo, a inizio anno, dopo l’ennesima finanziaria che non ha avuto il coraggio di invertire la rotta, abbiamo lanciato la martellante campagna di informazione sulla stampa locale di cui vi parlavo all’inizio, con una serie di approfondimenti sulle priorità del Paese, mettendo a nudo le criticità e responsabilizzando ciascun partito, sindacato e associazione di categoria – a partire ovviamente dalla nostra – per la costruzione finalmente di un progetto condiviso per salvare San Marino. Abbiamo dichiarato che di fronte a un progetto credibile e sostenibile, noi imprenditori saremmo più che disposti a fare la nostra parte, e a sacrificare qualcosa per un futuro migliore. Ma non possiamo accettare la prospettiva sterile di nuove patrimoniali o peggio ancora di altri aumenti del costo del lavoro, solo per pagare nuovo debito pubblico e continuare a bruciare risorse nella spesa improduttiva che sta strangolando il Paese. Oltre alle varie riforme c’è però una priorità: ridare subito stabilità al sistema bancario e finanziario, perché possa recuperare fiducia e sia di nuovo in grado di svolgere la fondamentale funzione di supporto al sistema economico. Concludo ricordando che l’industria rappresenta il 31% del PIL di San Marino. In questa interminabile crisi le nostre imprese stanno sostenendo il Paese più di tutti gli altri comparti, ed è evidente quanto valore ancora potrebbero portare se dotate di quei pochi e semplici dispositivi utili a liberare il loro massimo potenziale: stabilità, chiarezza delle regole, certezza del diritto e competitività di sistema. Costituiamo una parte importante di questo nostro Paese, dunque non possiamo arrenderci alla sfiducia e alla disillusione, anzi dobbiamo ancor più dare il meglio di noi in questo passaggio difficile nel quale la nostra voce può incarnare veri e propri valori come l’esperienza, la competenza, la capacità di analisi, di ponderazione e soprattutto la capacità di fare presto e bene”.