ANIS: “Si deve intervenire subito e con determinazione sul fronte dell’emergenza economica, non possiamo permetterci di restare fermi sulle grandi riforme che dovranno garantire al Paese stabilità e sviluppo. Chiediamo un’agenda di lavoro coerente e con tempi certi per dar corso a un piano strategico condiviso che disegni la San Marino del futuro” Si è svolto questa mattina presso la sede ANIS l’incontro con gli organi di stampa per presentare i diversi temi discussi nell’ultimo confronto con il Governo e che sono stati oggetto, nei giorni seguenti, di un approfondimento all’interno dell’Associazione. Nel suo intervento di apertura, la Presidente Neni Rossini ha illustrato le principali aspettative, richieste e proposte che sono scaturite da questi confronti. “Siamo di fronte a due emergenze, perché oltre a quella sanitaria c’è, o meglio c’era anche prima del Covid-19, quella economica. Da un lato diamo atto che si sta affrontando la prima con grande attenzione e senso pratico, privilegiando protocolli e controlli piuttosto che chiusure e restrizioni draconiane, dall’altro però abbiamo la preoccupazione che sulla seconda si stia procedendo troppo a rilento. Purtroppo lo dicono i fatti: non c’è ancora evidenza di apprezzabili risultati né passi in avanti significativi sui noti e necessari progetti di riforma e rinnovamento. E poiché la progressiva riduzione delle risorse pubbliche in atto da troppi anni ha compromesso gravemente la sostenibilità del Paese, restringendo i tempi di azione, è indispensabile che alle condivisibili buone intenzioni facciano subito seguito i fatti. Constatazione condivisa con il Governo e rinnovata anche al partito più rappresentativo, per i numeri e il consenso raccolto alle ultime elezioni, il PDCS, in occasione del loro recente Congresso. L’appello di Anis rappresenta quindi uno stimolo a un maggiore impegno su questo fronte, ricordando che l’emergenza sanitaria è contingente, ma quella economica si trascina ormai da troppi anni e occorre subito progettare e mettere in campo gli interventi necessari a invertire il trend negativo del sistema, perché possa quanto prima reagire e risalire. Si tratta di scelte che, essendo state procrastinate di molti anni, richiederanno sicuramente sacrifici finalizzati a recuperare stabilità, ma anche reputazione e certezza del diritto. Per questo occorrerà la massima condivisione e il contributo di tutti, ma servirà anche lavorare alacremente per ricreare un nuovo clima di fiducia e di prospettiva per le imprese e i cittadini. In tale direzione, il progetto strategico dovrà essere lo strumento attraverso cui pianificare in maniera strutturata gli interventi indispensabili a uscire da questa perdurante fase di difficoltà. Al primo posto rimane la gestione e il superamento della crisi del settore bancario e finanziario, che sta sostanzialmente assorbendo tutte le risorse anche a scapito delle altre componenti del sistema economico. Il conseguimento degli obiettivi di stabilità e sviluppo del Paese poi si concretizza affrontando le altre riforme prioritarie, rimandate da tempo, tra le quali: l’introduzione di un sistema IVA; la semplificazione burocratica e delle regole del mercato del lavoro; il riequilibrio del sistema pensionistico; il riequilibrio del Bilancio dello Stato attraverso una rigorosa spending review per recuperare risorse da destinare agli investimenti e al pagamento del debito estero; il rilancio del settore edile che ha valenza trasversale; un nuovo PRG che sia coerente con gli altri interventi. Al riguardo è opportuno ribadire un concetto fondamentale: l’obiettivo da porsi è quello di un Paese moderno, accreditato e accettato a livello internazionale, perché non possiamo più permetterci di considerarci avulsi dal contesto che ci circonda. Ciò vale per sia le imprese che per i cittadini. E per raggiungere un obiettivo così strategico e determinante, si devono attuare passaggi obbligati e specifici interventi, per citarne alcuni: un sistema IVA che ci permetta di dialogare in maniera più trasparente e diretta con tutti gli altri paesi, un sistema previdenziale sostenibile che non generi problemi o dubbi sulla tenuta del bilancio statale, una pubblica amministrazione adeguata, snella ed efficiente. Quello a cui aspiriamo, quindi, è un Paese solido e internazionalmente riconosciuto, che permetta alle sue imprese di competere ad armi pari in tutto il mondo. Un piano organico di rinnovamento richiede risorse ingenti e, come sappiamo, queste verranno reperite attraverso l’indebitamento estero per la cui realizzazione tanto ci si è impegnati negli ultimi mesi. Affinché nulla di questa fondamentale opportunità vada sprecato, il suo impiego richiederà assoluta attenzione e massima condivisione anche con le parti sociali. Altro aspetto a cui rivolgiamo grande considerazione è quello relativo ai rapporti diplomatici e a tal riguardo abbiamo apprezzato l’intensificarsi delle relazioni istituzionali con l’Italia in un proficuo rapporto che possa evolvere in vera collaborazione strategica. Allo stesso modo ci aspettiamo una decisa accelerazione nella definizione dell’Accordo di Associazione con l’Unione Europea, sulla scorta di obiettivi chiari e condivisi dal Paese, per il riposizionamento della nostra Repubblica all’interno di un contesto così ampio e autorevole che potrà offrire maggiori opportunità di crescita e internazionalizzazione a tutti. Per poter aspirare insieme a un futuro sostenibile, occorre un impegno eccezionale da parte di tutti, superando divisioni e incertezze. Anche la politica deve reagire, passando dalle buone intenzioni ai fatti: è infatti chiamata a raccogliere la sfida per questo futuro, a creare fondamenta solide e assumersi la piena responsabilità del mandato che ha ricevuto dai cittadini, consapevole che un progetto serio per il bene comune richiede decisioni anche impopolari, ma certamente necessarie, purché capaci di incidere profondamente e nel tempo nel corpo della società”.
Cs