Anna Maria Francioni (Alleanza Riformista): coppie omogenitoriali e il diritto di creare una famiglia
Sotto molti aspetti, la Repubblica di San Marino offre un esempio positivo nell'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati (MSNA), occupandosi sia delle realtà estere sia della ricerca di soluzioni necessarie nel proprio territorio. Questa è una situazione importante da affrontare, perché, ad oggi, circa l'1,7% dei 23.598 minori stranieri presenti in Italia è accolto grazie a una soluzione di affido etero-familiare. Questi dati, in continua crescita annuale, sono stati diffusi dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, che stimava, al 31 dicembre 2023, la presenza in Italia di 23.266 minori stranieri non accompagnati, ai quali si sono aggiunti 372 nel gennaio e nella prima metà di febbraio 2024. Di questi, solo meno di 400 minori sono ospitati in famiglie non parentali. Da questi pochi dati emerge come la situazione dei minori stranieri non accompagnati in Italia sia critica, tanto che la condizione è stata oggetto di denuncia anche da parte dei magistrati delle procure italiane, a causa del sempre maggior numero di ragazzi che, abbandonati a sé stessi, finiscono coinvolti in reti criminali ed esposti a violenza ed emarginazione. Proprio per offrire un aiuto concreto e per cercare di trovare una soluzione ai numerosi minori che arrivano nel paese senza famiglia, la Repubblica di San Marino ha introdotto, nel 2021, la legge n.79, adottata all'unanimità. Tale provvedimento normativo consente alle singole persone e alle coppie sposate, cittadini o residenti a San Marino, di accogliere in affido minori provenienti dall'Italia e da campi profughi esteri. Oltre a ciò, è previsto dalla Repubblica di San Marino un meccanismo di aiuto definito di "solidarietà interna" che permette anche a coloro che non possono accogliere i minori all'interno del proprio nucleo familiare di sostenere economicamente uno o più minori, affidati a famiglie o singoli capaci di accudirli ma non in grado di sostenerli economicamente. Questo provvedimento è la prova di una grande volontà di accoglienza e apertura al futuro da parte della Repubblica di San Marino. Tuttavia, dato che l'affido è da considerarsi come la volontà di offrire a un bambino o a un ragazzo la possibilità di essere inserito e di crescere in un contesto familiare in grado di garantirgli supporto morale, educativo, formativo e materiale di cui necessita, non sarebbe forse arrivato il momento di concedere tale possibilità anche alle coppie omogenitoriali? L’affidamento, infatti, è consentito, come già esplicitato, alla singola persona o a due coniugi, il cui matrimonio sia riconosciuto dalla Repubblica di San Marino. Il 20 novembre 2018 San Marino ha regolamentato le unioni civili, e con la legge 115 del 2021, sono stati poi ampliati i diritti e doveri delle coppie formate da due persone dello stesso sesso, ma un ulteriore passo in avanti verso la possibilità di unirsi anche in matrimonio è un tema che auspico venga affrontato nella prossima legislatura. Ciò che sarebbe importante ora è che San Marino seguisse la scelta virtuosa e visionaria di alcune regioni italiane, quali, ad esempio, l’Emilia-Romagna. Infatti, a Bologna, già nel 2013, il Tribunale dei minori aveva deciso per l'affido temporaneo di una bambina di tre anni a una coppia omogenitoriale. Se è qui in discussione la possibilità di parlare di famiglia, perché due persone la cui unione risulta riconosciuta anche civilmente non possono essere adatte a garantire serenità e benessere accogliendo un minore? Tutte le forme di discriminazione, per cultura, religione, lingua, stato civile o orientamento sessuale vanno abbattute così da costruire una società più equa. Oggi, la famiglia non può più essere ristretta a una rigida struttura patriarcale o eteronormativa; pertanto, anche le coppie di altri orientamenti sposate o unite civilmente costituiscono una famiglia a tutti gli effetti. Queste relazioni sono, infatti, fondate sull'amore, il rispetto reciproco e l'assistenza e il concetto di famiglia si basa principalmente sui legami emotivi e sulla solidarietà, anziché su criteri biologici o tradizioni culturali. Le coppie che condividono, come quelle tradizionali, esperienze di vita, responsabilità e progetti comuni, rappresentano quindi il modello di legame fondamentale di qualsiasi famiglia, basato sull’affetto, l’attenzione e il sostegno reciproco. Rifiutare il riconoscimento di tali famiglie equivale a perpetuare forme di discriminazione e pregiudizio. Ogni individuo ha il diritto di costruire una famiglia basata sul’ amore e sui propri valori, senza essere soggetto a discriminazioni o giudizi basati sull'orientamento sessuale. Inoltre, numerose ricerche dimostrano che i bambini cresciuti in famiglie omogenitoriali non solo sviluppano relazioni affettive sane, ma spesso mostrano anche livelli di benessere comparabili o addirittura superiori rispetto ai coetanei cresciuti in quelle tradizionali. Ciò dimostra che ciò che conta davvero per il benessere dei bambini è l'amore, la cura e la stabilità che ricevono da chi si occupa di loro, offrendo un esempio che rispecchia i valori di giustizia e uguaglianza.
c.s. Anna Maria Francioni (Alleanza Riformista)
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