Area democratica: analisi e futuro
In sordina rispetto agli avvenimenti politici degli ultimi giorni, il 30 dicembre 2020 Sinistra Socialista Democratica ha celebrato la sua Assemblea di scioglimento. Sicuramente il fatto che la stessa si svolgesse online non ha aiutato la partecipazione, ma è pur vero che il clima con cui si è conclusa un’esperienza politica, che aveva visto la sinistra sammarinese riunirsi sotto la stessa bandiera, è stato quantomeno surreale, con una totale mancanza di visione critica di chi ha portato il partito in un nuovo progetto che ha prodotto una spaccatura interna forte. L’assenza di qualsivoglia tentativo di trovare, anche in questo ultimo atto, un canale di dialogo, è stata l’ennesima conferma di un’organizzazione che è stata svuotata della sua linfa vitale: la discussione e il confronto. È sembrato più un atto burocratico che una scelta: ne prendiamo atto, ma come Area Democratica non possiamo condividerla. Ogni Partito nasce per raggruppare persone che condividono gli stessi valori e guardano nella stessa direzione, anche con visioni e opinioni diverse, ma con lo spirito di costruire un progetto comune - quella che spesso viene chiamata “casa comune” - consapevole che il tempo lo potrà far cambiare pur rimanendo se stesso, confluire in qualcosa di nuovo e, a volte, finire. “Casa”, perché chi milita in un partito lo sa bene quanto questo rappresenti una famiglia, di cui dovrebbero fare parte ed avere cittadinanza anche chi è in minoranza, perché si è consapevoli che gli approcci possono essere diversi, ma il fine comune. Capita però che il fine non sia più lo stesso, che ci si ritrovi in minoranza non per un dibattito ma per scelte che sono state prese altrove, fuori dagli organismi di partito, calate dall’alto come normale prosecuzione di qualcosa mai definito. Come Area Democratica siamo sempre stati consapevoli che la legislatura di Adesso.sm avesse in un qualche modo finito la spinta propulsiva e che si fossero già inserite dinamiche che avrebbero portato a delle elezioni anticipate; ma tra questo e i fatti che sono successi c’era un mare che non è stato volutamente approcciato e di questa miopia, il Paese, oggi, ne paga le conseguenze. Si è scelto di procedere con una una crisi di governo al buio, nonostante la modifica della legge elettorale lasciasse pochi dubbi sulla futura composizione della compagine governativa, e conseguentemente mandando al macero anche ciò che di buono si stava portando ad approvazione, basti pensare all’iter del nuovo PRG o a quello sulla legge di iniziativa popolare sull’aborto e, non da ultimo, abdicando al dovere di fare le riforme. Se veramente si fosse voluto il bene del Paese non si sarebbero fatti accordi o occhiolini all’opposizione per far cadere il governo, attribuendo una rinnovata verginità alla Democrazia Cristiana che per prima ha portato la Repubblica sull’orlo del baratro (e oggi si sta adoperando per darle il colpo di grazia), ma si sarebbe profuso maggior impegno, insieme anche alle forze sindacali e datoriali, per definire un progetto che mettesse in sicurezza il Paese: quella sarebbe stata l’unità nazionale vera, senza nessun inciucio. Si è preferito invece lasciare carta bianca al peggior governo che la storia recente ricordi, un governo che ha portato alla sistematica violazione dello stato di diritto ed a scelte scellerate in materia economica, che stanno comportando un arretramento significativo in tema di diritti e di sovranità della Repubblica di San Marino. Chi fa politica e riveste ruoli nelle Istituzioni, deve saper interpretare le situazioni in prospettiva, assumendosi anche con coraggio e determinazione le responsabilità che da essi derivano. Si è preferito invece pavidamente e irresponsabilmente lasciare il passo e confidare nelle capacità di chi oggi sta guidando il paese. Tutti sapevamo a quali conseguenze avrebbe portato un’alleanza a trazione DC e RETE, ovvero alla distruzione della credibilità del Tribunale sia agli occhi dei sammarinesi sia a quelli del mondo, ed all’indebitamento scriteriato senza una prospettiva, che ha come unica conseguenza quella di soffocare le speranze delle future generazioni. La mancanza di analisi critica e visione politica che abbiamo denunciato all’interno di SSD per mesi si è consolidata nella prassi dei “vertici” del Partito di delegittimare, schernire, escludere le voci critiche, facendole passare come traditrici. È tempo infatti che ognuno si assuma le proprie responsabilità e pertanto deve essere chiarito a futura memoria, che chi ha tacitamente permesso e avallato l’attuale schema politico, non siamo noi di Area Democratica. Noi ci sentiamo responsabili agli occhi dei cittadini di oggi e di domani; sentiamo sulle spalle i limiti che la scorsa legislatura ha avuto e anche ciò che deliberatamente non è stato fatto e lavoreremo per dare al Paese una nuova prospettiva concreta. Il 2020 si è concluso con la fine di Sinistra Socialista Democratica e sono state intraprese due strade diverse. Come Area Democratica siamo consapevoli che a volte serve fare un passo indietro per farne due in avanti. Oggi è arrivato il momento di costruire un’alternativa credibile.
Area Democratica