Attività del Club Atlantico di Bologna: "I Piccoli Stati e la Pace"

Attività del Club Atlantico di Bologna: "I Piccoli Stati e la Pace".
Ne hanno parlato venerdì sera al Circolo Atlantico di Bologna davanti ad una qualificatissima platea di autorità civili e militari; professionisti ed intellettuali, ll Segretario di Stato per gli Affari Esteri di San Marino, Pasquale Valentini ed il Professore Fabrizio Luciolli Presidente del Circolo Atlantico Italiano e della ATA - Atlantic Teatry Association.
Il Generale Giuseppe Paglialonga, padrone di casa e Presidente del Circolo di Bologna, è entrato subito nell’argomento volendo approfittare dell’alto livello dei relatori e soprattutto dell’esperienza di chi, come i piccoli Stati, hanno solo forza morale da contrapporre al terrorismo ed alle guerre. Il momento particolarmente difficile che vive il mondo intero che non sa trovare soluzione al degradare della situazione, meritava questa conferenza dalla quale tutti ne sono usciti più sollevati e desiderosi di partecipare ad un nuovo percorso di ricerca della pace e la fine dei conflitti. L’On Valentini, raccontando la San Marino di oggi ma anche quella di ieri, ha sottolineato come nel suo Paese vi sia una percezione unica della libertà e dove tutto sembra più facile ma che invece impegna tutta la popolazione a difendere questo prezioso dono che è possibile solo in stato di pace. Una San Marino che da oltre 600 anni non partecipa a guerre; che è sempre stato molto ospitale con i profughi raggiungendo la cifra di otre 100.00 durante l’ultimo conflitto mondiale quando la popolazione residente era di soli 16.000 abitanti. Ricordando una espressione di Don Milani che invocava un mondo fatto da 3.000 “San Marini” quale strumento per la difesa della pace, ha sottolineato il ruolo del suo paese nella Conferenza di Helsinki il cui spirito oggi appare un po’ annebbiato e come i piccoli stati, con il loro messaggio di pace di cooperazione, sicurezza e solidarietà, potrebbero ancora oggi mettere d’accordo le forze contrapposte e recuperare lo spirito di allora. San Maino è stato, durante la presidenza del Consiglio d’Europa, il promotore del dialogo interculturale ed interreligioso come metodo per difendere al pace. Difronte invece alla grave situazione delle migrazioni incontrollate Valentini ha ribadito come anche San Marino si appresti a svolgere il suo ruolo di solidarietà e di accoglienza ma ha ammonito che senza una forte azione per “costruire la Pace” ogni iniziativa potrebbe risultare velleitaria e semplicemente caritatevole. Cosa fare per costruire la pace? Valentini non ha dubbi sulla necessità di riprendere il dialogo con lucidità, con fermezza ma soprattutto con un progetto che miri prima alla stabilizzazione delle aree di conflitto poi al loro sviluppo ricorrendo, se necessario a forze di interdizione dei conflitti in atto. Le grandi organizzazioni internazionali stentano a ritrovare questa via del dialogo ed allora ancora una volta il senso dei piccoli stati che non hanno muscoli di mostrare ne primati da vantare se non quello della “pace” potrebbero di nuovo avere un ruolo fondamentale.
Il Professor Luciolli è stato altrettanto chiaro e deciso ricordando cosa è la NATO, il suo ruolo e le sue regole che prevedono che le decisioni vengano prese alla unanimità e che quindi è fuori posto invocare, in queste aree ed in questo contesto, un intervento militare. Ha invece chiaramente detto che occorre subire il “contagio di San Marino” per invitare tutti a riflettere e concordare una visione comune che oggi non esiste: ITA; UE; USA; non sanno agire ma solo reagire; siamo tutti piccoli difronte a questa realtà. A poche centinaia di chilometri da noi, assistiamo solo ad interventi alla spicciolata ed inefficaci fatti solo per piantare una bandierina come si fa sul campo da golf quando invece occorrono misure efficaci per una svolta epocale che sappia rigenerare lo spirito di Helsinki e cogliere gli aspetti positivi della posizione della Federazione Russa che, con molto pragmatismo e realismo, sta compiendo azioni che se concordate con tutti gli altri interessati alla pace, potrebbe portare rapidamente alla soluzione del problema ed avviare la vera fase di sviluppo attraverso la cooperazione che è anche l’unica strada per fermare l’emigrazione da disperazione.
Insomma un quadro ancora nebuloso che non rassicura circa il futuro prossimo ma che deve portare assolutamente verso un piano di stabilizzazione e riorganizzazione che coinvolga i principali attori che devono rinunciare alle loro ambiguità e definire una strategia ed una visone politica che oggi non c’è.
La situazione allo stato attuale è questa: In Siria tutti contro tutti e bombe per tutti; Gli USA contro ASSAD senza fare scelte più decise; La Turchia che sta con la NATO ma che contemporaneamente protegge i ribelli e vuole distruggere i Curdi; IRAN legato a Damasco e lotta contro il Califfato; L’Arabia Saudita contro ASSAD e fornitore di armi ai ribelli; il Qatar sospettato di appoggiare segretamente lo Stato islamico pur essendo il quartier generale delle operazioni contro il Califfato; il Regno unito contro ASSAD; la Francia che gioca a chi arriva prima e bombarda la SIRIA. Un quadro che conferma la confusione e la mancanza di strategia che invece è assolutamente necessaria ed allora: se i Grandi sanno fare solo la corsa a chi bombarda prima senza sapere cosa succede dopo, molto meglio, come ha detto Luciolli “farsi contagiare da San Marino “ ed accettare il suo invito a parlare di pace definendo quel piano di stabilizzazione e riorganizzazione che ancora non c’è.
Complimenti dunque al Circolo Atlantico di Bologna, al suo Presidente Generale Paglialonga ed al suo Staff per aver proposto una serata di grande contenuto su di un tema di stressante attualità.

L’argonauta.

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