Augusto Michelotti (Area Democratica): "Aeroporto o aviosuperficie? La differenza non è banale bensì sostanziale"

Augusto Michelotti (Area Democratica): "Aeroporto o aviosuperficie? La differenza non è banale bensì sostanziale".

Innanzi tutto, chiedo scusa per non aver potuto partecipare alle serate organizzate dal Comitato Civico di Torraccia in merito alla discussione sull’Aviosuperficie che tiene banco in questi giorni. Premetto altresì di aver accolto personalmente con grande favore la notizia di come i cittadini abbiano cominciato a consorziarsi in Comitati Civici quando si accorgono che c’è qualcosa che non va e c’è qualcuno che sta cercando di prenderli per i fondelli; questo è un segnale che, nonostante una gestione del Paese arrogante e decisamente antidemocratica da parte di questo governo, i cittadini dimostrano di essere tali e non sudditi come sembrava fossero almeno fino a pochi mesi fa.

Entrando nel merito del contendere, ovvero Aviosuperficie di Torraccia, che fare? Innanzi tutto mi sembra che la diatriba stia scivolando su picche e ripicche tra una parte e l’altra, tra chi è più bravo o più virtuoso, dimenticando che quello che tutti dovremmo cercare è l’interesse del Paese. In che senso? Nel senso che comunque vada e comunque sia c’è un dato oggettivo che bisogna considerare e cioè che l’Aviosuperficie, urbanisticamente parlando (ma anche politicamente), è un servizio pubblico. Strano che nessuno abbia notato quello che non è un dettaglio ma una valutazione strutturale. L’aviosuperficie di Torraccia deve essere considerata come il nostro “sbocco al mare” in una dimensione di Protezione Civile e di garanzia di un collegamento con l’esterno al nostro territorio in considerazione dalla nostra collocazione geopolitica. Mi spiego meglio: facciamo l’ipotesi che si concretizzi una forte crisi politica con l’Italia (di cui siamo un’enclave) e che al governo Italiano venga in mente di chiuderci dentro i nostri confini, quale potrebbe essere la via d’uscita dal nostro territorio? L’unica che mi viene in mente per scavalcare eventuali posti di blocco, è l’Aviosuperficie di Torraccia (compresa la piazzola per l’atterraggio degli elicotteri) che è l’unica area fornita dei servizi necessari (combustibile Avio, hangar officina per eventuali riparazioni di soccorso, locali ristoro, ecc.) per gestire e garantire qualsiasi tipo di trasporto aeronautico. Premesso questo, un elemento che emerge in tutta questa storia, è la gestione approssimativa (come al solito) della questione che sta portando avanti un singolo Segretario di Stato neanche tanto competente nel settore (che le scelte urbanistiche sui trasporti e i collegamenti aerei le faccia il SdS al Turismo fa morire dal ridere) mettendo in campo interventi faraonici (29.000.000,00 di Euro, ma dai!!!), forniti da amici degli amici di araba provenienza. A parte la demenziale programmazione della costruzione di un “Aeroporto” che non è decisamente attuabile in un territorio come il nostro, bisogna conoscere le differenze tra una struttura Aeroportuale, con tutte le implicazioni e complicazioni che potrebbe portare e il mantenimento di una infrastruttura di servizio di tipo turistico che, all’occorrenza, possa essere gestita anche per emergenze di Protezione Civile e quant’altro. Tutto ciò ci porta a concludere che a San Marino serve un’Aviosuperficie tout court, mettendo eventualmente in sicurezza la pista esistente senza troppi voli pindarici costosi e di difficile gestione. Non so quale sia la lunghezza attuale effettiva della pista, ma per quel poco che ne so, con alcuni tipi di aeromobili di discrete dimensioni (aerei Stol, aerei come il Pilatus…) si può tranquillamente partire e atterrare da una pista di 8/900 metri facilmente contenibile all’interno dei confini territoriali che è la cosa più importante per garantirci l’autonomia gestionale. In quanto all’asfaltatura della pista, questa dovrebbe essere l’operazione veramente opportuna che andrebbe ad aumentare gli standard medi di sicurezza sia in decollo ma soprattutto in atterraggio degli aerei. Fare le cose a scaracoccio come d’abitudine da parte dei nostri politici, è una caratteristica di questo governo che fa tutto di nascosto nel buio delle segrete stanze senza progetti definiti e senza alcun tipo di programmazione condivisa.

Al bando quindi i progetti faraonici che servono solo come propaganda preelettorale, siamo seri e pensiamo a cosa è giusto e utile per il Paese ragionando con raziocinio su cosa effettivamente conviene fare. L’urbanistica lasciamola fare a chi la sa fare anche se chi dovrebbe farla o farla fare, non sta, come al solito, facendo niente, per chiara incompetenza.

c.s. Augusto Michelotti (Area Democratica)

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