Mentre stava trotterellando in groppa al suo fido destriero diretto verso le prossime elezioni politiche in cui andava cercando quella conferma che, secondo il fatto e non fatto in questi devastanti quattro anni e mezzo di governo, probabilmente non verrà, dicevamo, mentre gloppete gloppete, il sig. Canti trotterellava, si trovò investito da un raggio di luce che squarciando le nuvole lo colpì e lo fece cadere di sella (non era un raggio di sole ma un fulmine a ciel sereno) determinando così quella che verrà poi chiamata l’infulminata riconversione al BIO sulla via di Damasco del nostro eroe.
Uno dei primi atti compiuti con pervicace volontà dal sig. Canti, approfittando di un decreto d’emergenza emesso dal Congresso di Stato in periodo Covid in cui si autorizzavano le rescissioni di contratti in corso d’efficacia tra l’Eccellentissima Camera e figure private terze per il reperimento di somme utili ad affrontare l’emergenza Covid (pratica oseremmo dire illegale e altamente lesiva dell’immagine di correttezza dello Stato nel mantenimento di impegni presi con scritture private soprattutto a servizio e nei confronti di attività già in corso d’opera e perfettamente funzionanti), il primo provvedimento di rescissione di contratto fu richiesto dal sig. Canti contro i due consulenti, esperti in trattamento di colture biologiche ed estensori del progetto San Marino BIO 100%, bloccando e chiudendo così di fatto un’attività che stava decollando con i primi soddisfacenti segnali positivi di gradimento soprattutto da parte dei diretti interessati (gli operatori agricoli in tutti i settori e filiere agro-alimentari). Se il progetto avesse potuto svolgersi così come da programma quinquennale, oggi nel corrente anno 2024 avremmo cominciato a raccogliere i primi frutti di una percentuale vicinissima al 100% del Biologico in tutte le filiere agricole sia nel pubblico che nel privato e logicamente il tutto sostenuto da leggi coerenti per l’eliminazione dei prodotti chimici (concimi, diserbanti, ecc.) da ogni coltura (concetto base di ogni coltura Bio). Il progetto San Marino BIO 100% è depositato nei cassetti della Segreteria di Stato al Territorio e all’Ambiente, andare a chiedere di visionarlo credo sia un diritto di ogni cittadino (ma forse qualcuno l’ha bruciato). Oggi, fulminato sulla via delle prossime elezioni, il sig. Canti prova a fare qualcosa per il BIO a San Marino e siccome non ha idee né progetti riguardo a quello che potrebbe essere un intervento sul patrimonio agricolo e le attività agricole esistenti, offre terreni incolti da coltivare solo in Biologico per arrivare poi, con quasi cinque anni di ritardo, a darsi una mossa e a capire che l’idea originale di San Marino Bio 100% era una buona idea e adesso, tirando fuori la solita classica faccia di bronzo, cerca di appropriarsene perché deve far vedere che anche lui ha qualche idea anche se così è troppo facile anche perché, se si va a cavalcare sul destriero di altri, si corre il rischio poi di finire infulminati con il sedere per terra.
P.S. – Il 20% dei terreni che verranno dati in subaffitto per il Bio, dovranno essere “destinati a varie tipologie di fiori per favorire l’impollinazione a protezione delle api”; e questo va bene, anche se questa cosa era già stata detta per la rotonda di Murata eletta ad Autogrill per le api e spero che qualcuno si sia reso conto di cosa sia una patacata e una cosa seria.
Comunicato stampa
Augusto Michelotti
Area Democratica