Augusto Michelotti: "Cui prodest?"
Cui prodest? Questa è la classica domanda che deve porsi ogni cittadino quando si verificano eventi che hanno come caratteristica principale una decisa fumosità, una logica illogica, un qualcosa che invece di chiarire confonde le idee. Invece di impegnarsi principalmente a provvedere ai gravosi problemi economici in cui si arrabatta il paese, “a chi giova” l’intervenire a gamba tesa in particolare su alcuni magistrati (bersaglio preferito il dirigente del Tribunale prof. Guzzetta) e in generale sul Tribunale Unico della Repubblica? Di sicuro a personaggi come “terra da ceci” e i suoi degni compari che, si dice, spadroneggino ancora spavaldamente all’interno dei loro partiti di provenienza al governo vedendo così allontanare la riapertura dei loro processi penali mentre la maggioranza della popolazione non vede l’ora che vengano processati, si spera condannati in via definitiva (assolti ci sembrerebbe una farsa improbabile che darebbe il via a una sommossa popolare con in testa i rappresentanti di Rete muniti di cassette di arance, o no? O hanno cambiato idea un’altra volta?), che vengano messi nel posto più loro consono e che si butti la chiave. Strane cose stanno succedendo, tutte basate sullo strapotere della maggioranza che ha il dominio assoluto sia in Consiglio GG che nelle varie Commissioni con proporzioni di rappresentanza completamente sballate e dichiaratamente gestite come una democrazia dittatoriale. Dovrebbe infatti esserci un premio di minoranza che, nel caso in cui la maggioranza superi la soglia dei due terzi dei seggi parlamentari, si debba tornare indietro fino a garantire il controllo democratico delle minoranze su interventi di modifica di leggi costituzionali o richiedenti la maggioranza qualificata che a San Marino è di 40 voti su 60. Tutto ciò per avere un sistema democratico compiuto che altrimenti non si può realizzare se non entrando di fatto in una dittatura della maggioranza che questo governo non si vergogna di utilizzare a suo piacimento. (In alternativa si potrebbe aumentare la maggioranza qualificata a 45/60 per ristabilire una presenza al voto della minoranza). Lo so, quello delle garanzie delle regole democratiche è un concetto che molti consiglieri e tutti gli s-governanti non capirebbero mai, nemmeno sotto tortura, ma la libertà di un paese e dei suoi cittadini si misura con regole che travalicano i numeri che danno le leggi (che mai avrebbero previsto un tale risultato elettorale) e rientrano nell’applicazione del buon senso comune. Una prova di come questo governo se la stia facendo addosso e forse l’aver capito di avere esagerato soprattutto nel campo della giustizia è l’aver sguinzagliato il Severini di turno che, corredando le sue bravate (nel senso di “bravo Manzoniano”) editoriali con la sua foto che, guardandoci con lo sguardo truce ci terrorizza dalle risate, cerca in tutti i modi di sminuire, con l’arma dell’opacità confusionale e della violenza verbale in cui è maestro, l’operato di chi gli è stato indicato di attaccare. Modi aggressivi e, a dire il vero, decisamente indisponenti e basati su una cattiva visione della nostra statualità e delle nostre regole, soprattutto di quelle non scritte che noi, sammarinesi d’origine, abbiamo impresse nel nostro DNA. Lui, cittadino sammarinese da poco, si rifà ai “nostri vecchi che non avrebbero accettato simili situazioni”; è vero, i nostri vecchi, probabilmente, si stanno rivoltando dentro le loro tombe vedendo quali porcherie è capace di fare questo governo volgare e prepotente nonché ignorante, impreparato e supponente in nome degli interessi dei propri accoliti che del bene pubblico se ne fanno beffe; ma questo Severini non lo può sapere, lasci stare i “nostri” vecchi. Il tutto naturalmente con la genuflessa accondiscendenza di Rete che votando ogni nefandezza ormai ha scoperto le sue carte e tutti ormai abbiamo capito gli accordi segreti prematrimoniali di governo e le condizioni pretese dalla DC della serie “la giustizia deve essere una nostra priorità e voi (di Rete) non rompete le scatole, votate tutto e zitti”; adesso tutti hanno capito chi sono, dove volevano arrivare a tutti i costi e cosa sono disposti a fare, ne stanno già pagando e ne pagheranno le conseguenze. Motus Liberi? Cos’è? Non pervenuto.
P.S. – Circa due anni fa il sig. Severini promise a gran voce sui suoi giornali che mi avrebbe tolto il saluto e non avrebbe più parlato con me. Dopo alcuni giorni di dolorosi festeggiamenti, presi atto di questa decisione e, confidando oggi che sia uomo di parola vorrei ricordargli l’impegno preso a suo tempo che ritengo ancora valido. Grazie
c.s. Augusto Michelotti
Libero Cittadino
Area Democratica