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Augusto Michelotti: "Un'aberrazione della democrazia? Degli incapaci al governo"

7 ott 2020
Augusto Michelotti: "Un'aberrazione della democrazia? Degli incapaci al governo"

Quando una persona assume incarichi di responsabilità, deve avere un minimo di base culturale e tecnica sufficiente a raggiungere lecitamente gli obiettivi che l’incarico gli propone quotidianamente. Se tali elementi non sono presenti nella persona in questione (alludo al sig. Stefano Canti), essa deve comunque avere la capacità di circondarsi di uno staff di tecnici preparati in campo urbanistico e in campo giuridico con una vasta professionalità utile a coprire le lacune del “capo”. Quando queste due opzioni sono assenti, si corre il serio pericolo di fare disastri e danni a volte con conseguenze devastanti. Può anche essere che il capo, pervaso da una potente carica di presunzione (figlia diretta dell’ignoranza) non stia ad ascoltare quello che gli arriva di buono e di saggio da chi è intorno a lui e faccia come gli pare; ma qui non c’è né cura né rimedio. In questo senso, non riconoscendo l’autorità culturale e tecnica del comandante del vapore, mi rivolgerò al Segretario di Stato al Territorio e all’Ambiente come al sig. Stefano Canti e nulla più. Ho pensato molto al suo agire, e, in merito al nuovo PRG a firma Stefano Boeri, nonostante le mendaci promesse che ne garantivano l’adozione, ha fatto di tutto per invalidare un progetto urbanistico completo e già chiuso nelle sue potenzialità, sapendo da subito che non avrebbe mai portato in Consiglio GG quel Piano perché non ne condivide neanche una virgola. Lo si capisce dalla manovra portata avanti con le Varianti al vecchio PRG in contrasto con quello nuovo, quello vecchio ancora vigente dopo 28 anni di devastazione del territorio in cui, governi a regime prevalentemente democristiano hanno sguazzato tra favoritismi, speculazioni, commistioni tra politica e affari tra amici degli amici, conti Mazziniani e Garibaldini. Nella passata legislatura, come responsabile politico della Segreteria al Territorio Ambiente, mi sono buttato a capofitto nella elaborazione del nuovo PRG comprendendo l’urgenza di tale strumento urbanistico, lo voleva il paese visto che nessuno aveva avuto il coraggio di metterci le mani prima anche se, a onor del vero, lo studio Boeri lo aveva contattato la precedente Segreteria. Ma per fare un buon lavoro in un settore così difficoltoso e contemporaneamente così importante, occorreva tempo, molto tempo perché c’era tutto da fare, dalle indagini conoscitive, con dati quasi completamente assenti ai fini delle elaborazioni statistico-progettuali, alla stesura di nuove cartografie e nuovi modelli di schedature degli edifici e dei comparti esistenti fino alla stesura di una nuova legislazione urbanistica di più di 180 articoli finalizzata a comprendere tutte le varianti e le variabili inserite nel nuovo Piano. Poi mi sono fatto una domanda:”ma come fanno Stefano Canti e Giancarlo Venturini ad accettare un input come la “crescita Zero” con tutte le promesse elettorali che probabilmente hanno già fatto? Lo sanno anche i sassi: se la DC non fa clientelismo, dove lo prende il consenso? Uno dei cardini del PRG Boeri, oltre a quello primario della tutela ambientale, è stata la scelta della crescita Zero, quindi si sono perimetrati con precisione i confini degli agglomerati urbani e, al di fuori di questi confini, nessun volume potrà essere edificato. Fatti salvi i diritti acquisiti naturalmente che sono un pilastro della giurisprudenza urbanistica così come il principio di retroattività delle leggi che dovrebbe essere inviolabile; ma questo è un paese strano e questa è un’altra storia. Ma alla fine quale sarà la morale? Innanzi tutto il sig. Stefano Canti non ha nessuna intenzione di portare avanti il PRG di Boeri, ha già compiuto degli atti che ne compromettono la validità (vedi varianti al vecchio PRG, si poteva aspettare). I sig.ri Stefano Canti e GC Venturini, da veri nulla sapienti della materia urbanistica e delle leggi che la governano, pensano che un PRG si possa fare in maniera demagogica coinvolgendo il maggior numero di persone: “sbagliato!!!”. Questo è il sistema per non fare nulla in perfetta malafede e soprattutto buttare alle ortiche il PRG Boeri considerando anche che ha avuto un costo (nessuno lavora gratis) ma siccome il sig. Stefano Canti piange miseria da tutte le parti fino ad arrivare a interrompere rapporti di consulenza di progetti sul territorio già felicemente avviati (vedi il progetto San Marino BIO) con la scusa di risparmiare con la scusa della congiuntura Covid 19, può permettersi di buttare alle ortiche 3/400.000 € di parcelle professionali per un progetto già fatto e confezionato che sarebbe utilissimo per il Paese, soprattutto a livello d’immagine perché avere un PRG a firma Boeri sarebbe una bella pubblicità per San Marino il che, per un Paese che vive in larga parte di turismo, non sarebbe male. Ma il nuovo PRG non l’ha fatto il sig. Canti, l’ha fatto un altro e ti sembra che adesso debba gestire un PRG (che è sempre stato un serbatoio storico di voti per la DC) senza poterselo spupazzare come vuole? Con la maggioranza bulgara che si ritrova a disposizione? E quando mai gli ricapita un’occasione come questa per poter essere rieletto a vita. Io non sono Stefano Boeri, deciderà lui eventualmente se dare o non dare la sua paternità al pastrocchio di PRG che verrà fuori a firma dei santoni dell’urbanistica sammarinese Canti-Venturini-DC. Io so soltanto che il prodotto che è stato consegnato al Paese dallo Studio Stefano Boeri Architetti, è un progetto originale di altissima qualità che ci avrebbe fatto fare un lungo balzo in avanti nel rispetto di chi ci guarda da fuori e che ci giudica non solo in Europa ma nel mondo. Un’occasione persa pagata profumatamente (come merita), sebbene inutilmente. Grazie sig. Stefano Canti detto il “demolitore dei progetti altrui”, peccato che ella non sia in grado di sostituirli con progetti suoi, magari per una volta originali e frutto di idee che ha dimostrato di non avere. P.S. – Il vecchio Testo Unico ancora in vigore in alcuni articoli, come da me descritto in altro articolo, al secondo comma dell’art. 1, recita così: ”La presentazione in prima lettura al Consiglio Grande e Generale di un nuovo Piano Regolatore…adottato dal Congresso di Stato, sospende automaticamente la validità delle previsioni e delle prescrizioni precedenti in contrasto con i contenuti e le modalità del nuovo Piano Regolatore Generale, fino all'approvazione definitiva in seconda lettura degli stessi strumenti”. Questo comma spiega chiaramente che non ci possono essere due norme in campo urbanistico contemporaneamente valide, attive e note a tutti per cui, quando compare la nuova norma (sconosciuta e riservata nella sua grafica) e viene presentata in prima lettura, la norma vigente fino a quel momento viene sospesa e, all’interno della nuova legislazione, verrà poi abrogata. Questo perché non si può fare un PRG in piazza, sarebbe un’agevolazione troppo grassa per gli speculatori e gli affaristi, ma forse è questo che si vuole fare.

c.s. Augusto Michelotti


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