La Camera di Commercio deve rappresentare l’economia e non la politica
La Camera di Commercio, di cui le suddette associazioni sono socie - tutte insieme rappresentano più del 42% del capitale sociale - è infatti una società di diritto privato, di cui l’Eccellentissima Camera detiene il 51%. Non è accettabile che venga cambiato lo statuto, e con esso la governance della società, senza l’indispensabile deliberazione dell’Assemblea dei soci, secondo le regole che l’attuale Statuto dispone per questi adempimenti. Invece, il Governo lo ha fatto, nonostante siano palesi i dubbi di illegittimità, per non parlare del superamento di tutti i patti parasociali che riguardano la Camera di Commercio e comunque le regole del diritto societario.
Dopo aver emesso il Decreto solo pochi giorni fa e averlo fatto ratificare dalla propria maggioranza in Consiglio Grande e Generale ieri sera, infatti, è già stata convocata l’Assemblea dei soci per il prossimo venerdì 27 aprile, che non sappiamo con quali regole statutarie si svolgerà.
L’Eccellentissima Camera ha diritto, stante la sua quota di maggioranza, a ridefinire la governance in funzione di una maggiore rappresentanza all’interno del Consiglio di Amministrazione, ma le regole con cui ciò deve avvenire sono scritte nello statuto della società approvato dai soci. Non ci sono alternative in uno Stato di diritto come è San Marino.
A questo punto Anis, Osla, Unas, Usc e Usot stanno riunendo in via urgente e straordinaria i propri Consigli Direttivi per deliberare le azioni da intraprendere per tutelare a pieno titolo il loro ruolo nell’ambito di un organismo quale è la Camera di Commercio, costituita nel 1997 per sostenere e garantire lo sviluppo delle imprese e dell’economia in generale.