Canile comunale “Stefano Cerni”: nel 2017 aumentano le adozioni, solo 40 i cani ospitati nella struttura al 31 dicembre, erano 49 nel 2016
“Un dato in crescita che ci fa ben sperare – ha l’assessore Jamil Sadegholvaad – frutto di un bellissimo e professionale lavoro che il canile comunale “Stefano Cerni” e le associazioni di volontariato che lo gestiscono in sinergia con il Comune stanno – e non da oggi – portando avanti.”
“Importante – dicono dalla struttura – è che tutti i proprietari dotino di microchip identificativo il proprio cane. Non è solo un obbligo di legge, ma un importante strumento per la riconsegna dell’animale ritrovato al legittimo proprietario, come spesso accade, in sole 24 ore.” Tanti però sono ancora i cani (82 nel 2017, erano 83 nel 2016) che, dopo anni dall’entrata in vigore dell’obbligo di legge, vengono trovati non microchippati. In questo caso vengono in aiuto per l’identificazione gli strumenti di comunicazione, come gli avvisi sui giornali e i social (facebook.com/canilerimini).
Va ricordato che il canile, in caso di ritrovamento di animale non identificato, procede all’applicazione del microchip e alla registrazione all’anagrafe canina.
Il canile di Rimini nel rispetto di quanto previsto dalla Legge Regionale n. 27/00, ospita anche gatti (solo se feriti, traumatizzati oppure cuccioli in lattazione). Sono stati 324 quelli transitati nel gattile, 91 dei quali per abbandono. 149 però hanno trovato una nuova casa e nuovi affetti a testimonianza del cuore grande dei riminesi.
Anche per i gatti gioca un ruolo importante la progressiva estensione della misura del microchip anche alla popolazione felina (non obbligatoria). Tutti i gatti che escono dal canile sono puntualmente identificati e registrati in anagrafe.
L'Ufficio Stampa