Caso targhe: mettiamo i puntini sulle I
Le recenti affermazioni del Vice Ministro ai Trasporti Rixi in merito al caso targhe, ci danno l’occasione per tornare brevemente sulla questione, riguardo alla quale merita mettere qualche puntino sulle i. In sostanza, pochi giorni fa il Vice Ministro ha detto che “per i Paesi "non Ue" - come Monaco, San Marino e la Svizzera - si è aperto un tema che va affrontato e dipanato” ribadendo come si stia lavorando alla risoluzione di questo “danno collaterale” con gli uffici e le motorizzazioni coinvolte insieme al ministero degli Interni. Per parte sammarinese, come tutti sappiamo, si lavora senza sosta alla soluzione del problema, attraverso uno sforzo continuo della Segreteria di Stato e del Dipartimento Affari Esteri per far capire alla controparte italiana le nostre ragioni. Partiamo da un dato ovvio: tecnicamente la questione dovrà seguire il suo corso. Per questo salutiamo con positività il riscontro anche esterno al fatto che i lavori siano in corso e soprattutto che sia oggi ancor più evidente che anche da parte dell’Italia una precisa consapevolezza su questa problematica che si è venuta a creare per alcuni privati ed aziende sammarinesi. Politicamente ci si consenta di fare un paio di osservazioni: il Vice Ministro parla di “effetti collaterali”. Un’espressione chiarissima che conferma quanto già si poteva ipotizzare con buon senso (e senza malafede), ossia che questa norma non era fatta con l’intento specifico di ledere in qualche modo il nostro Paese, ma è piuttosto successo il contrario: ossia si è creata una situazione di difficoltà e imbarazzo per una norma straniera che aveva ben altri obiettivi. Il problema, come appare evidente dalle dichiarazioni del Vice Ministro, non riguarda solo San Marino e quindi i suoi canali diplomatici ma essenzialmente tutti gli Stati non UE che confinano con l’Italia. Siamo cioè nella stessa situazione insieme al Principato di Monaco e alla Svizzera: Stati che hanno ben altre dimensioni e caratteristiche. Un dato oggettivo, che smonta di per sé tutto il castello diffamatorio di chi voleva leggere in questa vicenda un qualche indizio della mancanza di rapporti tra Italia e San Marino. --