Caso Tv7, Upr chiede spiegazioni al Governo sui fatti emersi dal servizio
Ci sono però accadimenti verso i quali, nonostante una buona dose di pragmatismo e buon senso, è difficile trovare una spiegazione logica.
La vicenda del “presunto orafo” che vende a prezzo d’ingrosso diamanti con pagamenti in contanti è una di queste. Il problema non è l’identità della persona che con grande competenza elenca alla giornalista gli escamotage per eludere le Leggi sammarinesi ed Italiane.
Il punto non sono neanche le presunte illustri parentele o se nell’attività economica ci sono partecipazioni azionarie illustri, o se chi parla ha incarichi diplomatici in un paese famoso per la riservatezza bancaria.
Il problema vero è che mentre il Governo lavora duramente per recuperare la credibilità del sistema Paese e si spende con le Autorità Italiane per trovare una collaborazione accettabile al fine di superare gli effetti negativi della voluntary disclosure, c’è un sistema operante che mira ad eludere Leggi, trovare escamotage, aggirare norme e superare – permetteteci - anche le comuni regole di buon senso.
Non sappiamo cosa farà il Congresso di Stato né le numerose Autorità di vigilanza del settore economico e finanziario o l’autorità Giudiziaria stessa.
Dal tenore del dettagliato racconto emerge uno spaccato sul quale i Consiglieri di Unione per la Repubblica avevano già chiesto chiarimenti nelle opportune sedi Istituzionali.
Da tempo infatti circolano ricorrenti voci di vendite di preziosi, oro, diamanti e opere d’arte che hanno avuto un picco sostenuti dalla circolazione di denaro contante per reggere le transazioni, come confermato dall’esperto orafo che accetta e paga in contanti.
Sarebbe poi interessante capire se le Norme in materia fiscale di cui Governo e maggioranza tanto si vantano, vengono rispettate.
Chissà se alla potenziale cliente di diamanti sarebbe stata strisciata la SMAC?
Oppure se al prezzo d’ingrosso delle pietre preziose sarebbe stato poi praticato lo sconto SMAC previsto per il settore dei preziosi?
Magari nel colloquio non ripreso dalla telecamera, il negoziante ha spiegato con dovizia di particolari come le transazioni a San Marino devono essere accompagnate dalla SMAC, o come ci siano dei limiti nell’uso del contante, ed anche che non è proprio normale produrre false dichiarazioni a uso delle autorità doganali o fiscali estere, che possono poi essere tranquillamente buttate nel cestino una volta arrivati a casa.
UPR è curiosa di vedere cosa accadrà su questa vicenda emersa grazie ad un servizio dell’Emittente pubblica italiana.
UPR vuole sapere se il Governo si era attivato per verificare se fatti del genere sono diffusi – come è segnalato da tempo – e se quanto avviene è rispondente alle Leggi dello Stato.
C’è un ultimo elemento che Unione per la Repubblica mette in evidenza.
Mentre il commercio al dettaglio è in difficoltà ed i provvedimenti del Governo (vedi SMAC, riforma fiscale, normative sempre più burocratiche e complesse) sono un peso per un settore già fortemente provato dalla crisi economica, emergono realtà (come evidenzia il servizio) che se ne fregano e nel cuore del centro storico, a due passi dai palazzi del potere, operano con un modello che la comunità internazionale, le relazioni bilaterali con l’Italia e la Magistratura hanno stigmatizzato e combattuto con forza.