Mentre la politica è impegnata a discutere la legge di bilancio 2016, occorre non abbassare l'attenzione sulla situazione presente e sulle prospettive future del nostro sistema bancario. In primo luogo, è importante riconoscere che il settore finanziario sammarinese ha retto l’urto di fronte alle forti criticità derivanti dal processo di regolarizzazione dei capitali disciplinato dalla voluntary disclosure.
Si può affermare che l’intero sistema ha gestito la consistente riduzione della raccolta con serietà e competenza. Tuttavia non ci si può cullare sugli allori, in quanto restano sul tavolo significative problematiche come la scarsa patrimonializzazione e la modesta propensione alla concessione del credito di alcuni istituti bancari, la mancata sottoscrizione del memorandum d’intesa con Banca d’Italia, l’assenza di gruppi internazionali prestigiosi disposti ad insediare progetti imprenditoriali di alto livello nel nostro Paese e il rischio concreto di vedere “bruciate” decine di posti di lavoro nel corso del prossimo anno. Sono assolutamente convinto che il settore creditizio rappresenti uno degli architrave su cui impostare il nuovo modello di sviluppo economico, basato sulla legalità, sulla trasparenza e sulla cooperazione fiscale e finanziaria. D’altra parte, senza un sistema bancario e finanziario competitivo e dinamico, è impossibile reperire le risorse necessarie a promuovere la complessiva riconversione dell’apparato produttivo e dei servizi. Chi pensa che tutte le difficoltà si supereranno con la nomina del nuovo Presidente della Banca Centrale, è del tutto fuori strada. Infatti, alla luce del profondo cambiamento imposto dall’imminente entrata in vigore dello scambio automatico delle informazioni, anche la migliore delle governance di Bcsm non sarebbe in grado di compiere un lavoro positivo in mancanza di una mission caratterizzata da obiettivi politici precisi e ben definiti. Occorre quindi che il Governo, in sinergia con l’Associazione Bancaria Sammarinese, delinei un piano di consolidamento e di sviluppo del settore finanziario che punti all’internazionalizzazione attraverso l’attuazione di politiche orientate alla progressiva integrazione con l’Unione Europea e alla stipula di accordi di collaborazione con i più avanzati sistemi bancari europei ed extraeuropei affinché gli operatori sammarinesi possano entrare a pieno titolo nel mercato globale con i loro prodotti finanziari. E’ indispensabile e urgente un netto cambio di rotta se vogliamo dare risposte concrete e tempestive ai tanti problemi con cui sono costrette a convivere quotidianamente le realtà del settore creditizio. Si abbandoni subito la logica perversa “dell’amico degli amici” che ha procurato e ancora oggi sta procurando enormi danni al sistema bancario sammarinese, per abbracciare un progetto e una visione di altissimo livello che punti all’eccellenza e alla qualità dei servizi offerti.
Comunicato Stampa
Simone Celli
Si può affermare che l’intero sistema ha gestito la consistente riduzione della raccolta con serietà e competenza. Tuttavia non ci si può cullare sugli allori, in quanto restano sul tavolo significative problematiche come la scarsa patrimonializzazione e la modesta propensione alla concessione del credito di alcuni istituti bancari, la mancata sottoscrizione del memorandum d’intesa con Banca d’Italia, l’assenza di gruppi internazionali prestigiosi disposti ad insediare progetti imprenditoriali di alto livello nel nostro Paese e il rischio concreto di vedere “bruciate” decine di posti di lavoro nel corso del prossimo anno. Sono assolutamente convinto che il settore creditizio rappresenti uno degli architrave su cui impostare il nuovo modello di sviluppo economico, basato sulla legalità, sulla trasparenza e sulla cooperazione fiscale e finanziaria. D’altra parte, senza un sistema bancario e finanziario competitivo e dinamico, è impossibile reperire le risorse necessarie a promuovere la complessiva riconversione dell’apparato produttivo e dei servizi. Chi pensa che tutte le difficoltà si supereranno con la nomina del nuovo Presidente della Banca Centrale, è del tutto fuori strada. Infatti, alla luce del profondo cambiamento imposto dall’imminente entrata in vigore dello scambio automatico delle informazioni, anche la migliore delle governance di Bcsm non sarebbe in grado di compiere un lavoro positivo in mancanza di una mission caratterizzata da obiettivi politici precisi e ben definiti. Occorre quindi che il Governo, in sinergia con l’Associazione Bancaria Sammarinese, delinei un piano di consolidamento e di sviluppo del settore finanziario che punti all’internazionalizzazione attraverso l’attuazione di politiche orientate alla progressiva integrazione con l’Unione Europea e alla stipula di accordi di collaborazione con i più avanzati sistemi bancari europei ed extraeuropei affinché gli operatori sammarinesi possano entrare a pieno titolo nel mercato globale con i loro prodotti finanziari. E’ indispensabile e urgente un netto cambio di rotta se vogliamo dare risposte concrete e tempestive ai tanti problemi con cui sono costrette a convivere quotidianamente le realtà del settore creditizio. Si abbandoni subito la logica perversa “dell’amico degli amici” che ha procurato e ancora oggi sta procurando enormi danni al sistema bancario sammarinese, per abbracciare un progetto e una visione di altissimo livello che punti all’eccellenza e alla qualità dei servizi offerti.
Comunicato Stampa
Simone Celli
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