CGIL: manodopera irregolare, aziende che operano in maniera disonesta e carenza di personale

CGIL: manodopera irregolare, aziende che operano in maniera disonesta e carenza di personale.

La carenza di manodopera nel settore del turismo stagionale è una questione originata da più fattori. Due di questi aspetti, sui quali da anni abbiamo puntato la nostra attenzione, sono la qualità del reclutamento e la qualità del lavoro. Si tratta di temi profondamente intrecciati e riguardanti, tra l’altro, la cultura d’impresa. Quando un’azienda cerca personale attraverso sistemi illegali quasi sempre ne derivano rapporti di lavoro a dir poco opachi, dove lo sfruttamento diventa l’elemento centrale. Patrizia Rinaldis, Presidente di AIA, ha rilasciato dichiarazioni di denuncia apprezzabili rispetto al lavoro irregolare e sicuramente quando nel nostro territorio si affacciano “agenzie sospette” si struttura un confronto attivo. Sulla dimensione e qualità del fenomeno, però, il nostro giudizio è diverso. Non siamo di fronte a “mele marce” o a “furbetti”. Le cose vanno chiamate con il loro nome. Sono condotte disoneste sia per quanto riguarda le imprese utilizzatrici, sia per quelle che abusivamente somministrano personale. Come ha mostrato l’operazione Free Job, vi è un sistema che ha coinvolto centinaia di lavoratori in violazione alle normative in materia di occupazione svolgendo di fatto illegittimamente le attività di agenzia di somministrazione senza averne autorizzazione. I dati sulle irregolarità riscontrate nel lavoro del turismo sono forniti periodicamente dagli enti ispettivi e restituiscono l’immagine di ampie piantagioni di mele marce (70 imprese con irregolarità lavorative ogni 100 ispezionate, secondo l’Ispettorato Nazionale del Lavoro.

Un ammortizzatore sociale che faccia emergere il lavoro irregolare. Lo diciamo da tempo: una delle cause della carenza di manodopera è l’assenza di un sistema di indennità di disoccupazione stagionale per il turismo, vincolato a politiche attive del lavoro, che garantisca continuità del reddito. Un meccanismo che incentivi l’emersione del lavoro irregolare è possibile. Oggi la Naspi, non pagando adeguatamente gli stagionali del turismo e non garantendo alcuna presa in carico tramite specifiche politiche attive del lavoro, allontana i lavoratori dal turismo e non disincentiva sufficientemente l’illegalità. Se per ogni giorno lavorato in regola nel turismo stagionale la Naspi garantisse un trattamento più che proporzionale nessun lavoratore stagionale del turismo accetterebbe proposte di lavoro indecenti e tutto il sistema tenderebbe ad un riallineamento nella direzione della legalità. L’impresa si fa con il lavoro e il guadagno va redistribuito. L’imprenditore pigliatutto rischia di rimanere solo ed è quello che sta accadendo nell’industria turistica. All’azione repressiva condotta da Guardia di Finanza e Ispettorato Territoriale del Lavoro va il nostro ringraziamento e il nostro plauso. Ma bisogna fare più prevenzione e su questo il Patto per il Lavoro e il Clima provinciale sottoscritto il 12 marzo scorso, ha previsto che si intervenga per il raggiungimento degli obiettivi utili alla valorizzazione delle competenze e alla qualità del lavoro partendo dal potenziamento del Centro per l’Impiego e della Rete Attiva del Lavoro.

c.s. Filcams CGIL Rimini - NidIL Rimini
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