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CGIL: si avvicina la Festa delle Donne ed ecco il regalo del Governo: tagli alle pensioni di reversibilità

16 feb 2016
CGIL: si avvicina la Festa delle Donne ed ecco il regalo del Governo: tagli alle pensioni di reversibilità
Alla fine di gennaio il Consiglio dei Ministri ha approvato un disegno di legge delega per contrastare la povertà che nel nostro Paese riguarda almeno 4 milioni di persone. Il finanziamento previsto, già giudicato dalla CGIL del tutto inadeguato, è di 600 milioni per il 2016 e di 1 miliardo nel 2017.
Ma, ora che questo disegno è arrivato alla Commissione Lavoro della Camera, si scopre che l'unica fonte di reperimento delle risorse deriverà dalla razionalizzazione delle misure assistenziali e anche previdenziali. Tradotto, significa che ancora una volta chi governa ha intenzione di far cassa sulle pensioni e in particolare, per rendere ancora più odiosa la manovra, sulle pensioni di reversibilità (erogate agli eredi che ne hanno diritto alla morte del pensionato o del lavoratore che muore avendo maturato i requisiti per l'assegno pensionistico), sulle maggiorazioni sociali, sugli assegni sociali.

Prendere da chi ha poco per dare a chi ha meno
Per aiutare i poveri-poveri, persone senza reddito, invalidi totali, si vorrebbero rastrellare soldi dai meno poveri, quelli che una pensione ce l'hanno alimentando il consueto meccanismo che pone in contrasto le stesse categorie più deboli. Abbiamo assistito di volta in volta al “conflitto di interessi”, costruito ad arte da certa politica, tra giovani e anziani, tra dipendenti pubblici e privati, tra stranieri e nativi. Ora tocca ai superstiti, a coloro che, soprattutto vedovi e vedove, possono usufruire della pensione di reversibilità.

Parametri di calcolo punitivi
Nella revisione delle pensioni di reversibilità il decreto introduce, tra l'altro, il parametro dell'Isee. Senza entrare nel dettaglio di questi calcoli che servono a determinare l'importo della pensione, va detto che questo criterio sarebbe di gran lunga più punitivo rispetto a quello utilizzato oggi. Solo per fare un esempio, volendo prendere a riferimento la casa di proprietà, mentre oggi per il redditto si considera la rendita catastale, con l'Isee si conteggerebbe il valore dell'immobile.
Inoltre, a voler sottolineare l'iniquità del decreto in discussione va detto che si parla di previdenza e non di assistenza, quindi di contributi che sono stati versati dai lavoratori e che sono calcolati anche tenendo conto della eventuale reversibilità. Contributi che illegittimamente resterebbero nelle casse dello Stato dove già confluiscono gli 80 miliardi legati allo slittamento dell'età pensionistica.

In provincia
Nella provincia di Rimini nel 2014 i titolari di pensione di reversibilità sono stati 16.722 di cui 14.555 donne che rappresentano l'88% del totale, 6.264 delle quali (circa il 44%) possono contare sulla sola pensione di reversibilità. Questo dato si ricollega direttamente alle caratteristiche economiche del nostro territorio dove il lavoro nero e stagionale ha maggiormente penalizzato le donne che spesso non sono in grado di raggiungere quel minimo di contributi che consente loro di maturare una pensione.
Ingiusto, iniquo, cinico, questo decreto, disegnato soprattutto ai danni delle donne, perché la reversibilità è una prestazione che riguarda soprattutto loro, noi chiediamo che venga integralmente cambiato e chiediamo ai politici, a chi ci rappresenta nelle Istituzioni, di ogni ordine e grado, di intervenire in tal senso.

Claudia Cicchetti
Segreteria CGIL Rimini

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