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Chiusura Piscine 6 febbraio: Uisp Emilia-Romagna sostiene la protesta

3 feb 2022
Chiusura Piscine 6 febbraio: Uisp Emilia-Romagna sostiene la protesta

Dopo l’accorato appello diramato ieri dal coordinamento Piscine Emilia-Romagna, in cui si annuncia la chiusura di tutti gli impianti natatori regionali per domenica 6 febbraio, il presidente Uisp Enrico Balestra rincara la dose su una situazione gestionale e operativa diventata insostenibile. «Senza alcuna esitazione Uisp sostiene ed è a fianco dei gestori degli impianti natatori – racconta Balestra –. Impianti di cui spesso i nostri comitati territoriali sono responsabili. È una battaglia che ci vede in prima linea perché pensiamo che se esiste un servizio pubblico sportivo, un bene comune da salvaguardare, proteggere e rilanciare, un presidio di salute e socialità, è per definizione dentro le piscine e i centri sportivi di proprietà pubblica, non certo nelle grandi imprese dello sport professionistico. Imprese che certo hanno il diritto di essere sostenute al pari delle altre imprese in difficoltà, ma l’ordine di priorità governative dovrebbe essere diverso». A tal proposito Balestra non lesina una stoccata al presidente della Federazione Italiana Nuoto, Barelli: «La Fin è rappresentata a livello nazionale da un influente Parlamentare, una figura importante dentro le istituzioni e al Governo, che ha un filo diretto con esse e potrebbe far sentire la voce del nostro movimento in maniera perentoria: da oltre due mesi le priorità sono state altre. Il caro bollette e la situazione tragica che stiamo vivendo, economicamente, tra le corsie non poteva e non può più aspettare: le società sportive esigono di non essere dimenticati o messi in secondo piano». Balestra poi concentra i suoi pensieri su una prospettiva futura che dovrà ripensare il mondo sportivo: «C’è un momento contingente, servono risposte immediate, ma serve anche ripensare a un settore che non sarà mai quello di prima: oggi c’è una transizione post pandemia, poi ci sarà un futuro che va costruito su due direttrici: sostenibilità ed equità. Il rischio è che l’impianto al chiuso, col caro bollette, costi due o tre volte tanto rispetto a prima e che lo sport torni a diventare una questione per ricchi. Le riforme dello sport poi sono centrali, ma se passa quella sul lavoro sportivo, sacrosanta se la osserviamo da un punto di vista sindacale, comporterà un 25-30% di costi aggiuntivi. Uniamo questa cosa al caro energia e capiamo che lo sport diventerà qualcosa di insostenibile in pochi mesi. Oggi l’intervento di sostegno di 150 milioni chiesti dai gestori sono la misura necessaria a tamponare l’emergenza, mentre la proposta di un bonus simile al 110% rivolto agli impianti sportivi e all’edilizia pubblica potrebbe rappresentare la colonna portante del rinnovamento delle nostre infrastrutture sportive». Infine, un appello ai ‘suoi’: «Noi come Uisp dobbiamo lottare per il ritorno alla socialità ma anche per combattere le diseguaglianze che stanno crescendo». Intanto le richieste hanno già sollevato attenzione, tanto che il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, ha chiesto un incontro ai gestori proprio per oggi. Ricordiamo che tra le richieste del coordinamento Piscine ER, che saranno ribadite a gran voce durante la chiusura di domenica 6 febbraio, ci sono un fondo di 150 milioni stanziato per i gestori, l’estensione dell’Ecobonus 110% agli impianti natatori per un efficientamento energetico mai come ora indispensabile e un rilancio di modernità, aiuti sul caro-bollette, una ridefinizione dei piani economico-finanziari e delle convenzioni coi Comuni, la messa in campo di un nuovo Bonus Piscine da parte della Regione.

Cs Uisp Emilia Romagna


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