Il cinema ritrovato: Novecento (atto secondo)
Dal 1900 al secondo dopoguerra la storia d'Italia si intreccia con le vite di due ragazzi - poi uomini - perfettamente coetanei (sono nati entrambi lo stesso giorno, il 27 gennaio 1901): il contadino Olmo e il ricco latifondista Alfredo, sullo sfondo della bassa parmense. Pensato e proposto in due atti, come un'opera lirica, le vicende del secondo atto partono dagli anni ’30 e raccontano il fascismo, la guerra e la fine della guerra.
Le strade di Olmo e Alfredo, i due protagonisti, si separano. Il primo, vedovo, continua la lotta, partecipando alle prime riunioni di partito; il secondo si rinchiude nel privato, disinteressato ai cambiamenti sociali che lo circondano. Il 25 aprile 1945, si processano i padroni, e i due protagonisti si ricongiungono nel ricordo della loro amicizia, anche se provenienti da classi sociali diverse. È una pellicola che, nei suoi momenti più alti, rinverdisce una linea epica del cinema (sovietico e statunitense, soprattutto), mentre per altro verso recupera certe strutture del romanzo ottocentesco, lo slancio lirico del prediletto melodramma. Senza evitare i rischi della ridondanza, il regista gioca le sue carte sui due versanti del racconto.
Un affresco sontuoso, un film epocale, imponente, capace come pochi altri di far discutere e di dividere appassionatamente il giudizio degli spettatori, torna in sala in versione restaurata. Una riproposta preziosa e importante.
Comunicato stampa Istituti Culturali