Dopo molti interventi di illustri cittadini sammarinesi, di stimati professori, di ex alunni, di cittadini e genitori e dopo la raccolta firme e la deposizione di una Istanza d’arengo, il tema di città e della sua scuola, verrà discusso nel prossimo Consiglio Grande e Generale. E bene è stato fatto, perché il Castello di Città rappresenta la nostra identità di sammarinesi con una storia millenaria ed è il castello con la maggior concentrazione di beni artistici e storici oltre ad essere la sede delle nostre istituzioni. Ogni anno è meta di migliaia di turisti e le sue zone urbane fuori dal centro sono comunque in via di sviluppo. È evidente che con questa complessità di cose non può essere governata, con semplici tagli ed interventi spot, volti solo al risparmio. Certamente andrà fatta una razionalizzazione dei servizi, ma non si può affrontare il problema del calo demografico con la semplice scelta, di chiudere una scuola. Il problema va affrontato con un piano di programmazione e organizzazione del futuro della scuola di Città e di tutte le scuole di San Marino. La politica ancora una volta non ha dedicato quell’attenzione particolare a Città come merita, così come non esiste un vero e piano organico con una visione per la sua crescita. L’investimento sulla scuola è un investimento per il futuro di San Marino e perciò il Governo ha l’obbligo di trovare le migliori proposte senza farsi condurre a soluzioni di comodo. Il Paese può avere un’occasione, proprio per rilanciare l’investimento nell’istruzione e riqualificare il castello di Città. Questo momento può infatti trasformarsi in una chance per migliorare il sistema formativo, primo settore pubblico coinvolto appunto nella flessione demografica. Secondo le proiezioni demografiche, si prevede un forte calo dei bambini nel nostro Paese nei prossimi anni. Senza entrare nell’analisi specifica dei numeri il dato fondamentale è che meno bambini nascono, più aule scolastiche si svuotano. La natalità è in costante decremento in diversi castelli di San Marino. Ciò comporterà una sensibile riduzione del sistema formativo: meno aule, meno spazi occupati, meno costi vivi, meno personale. Questo momento di passaggio va programmato e gestito. Non si può affrontare questo problema con una facile scelta, di chiudere una scuola, serve piuttosto con urgenza un piano ben studiato che programmi il futuro delle scuole a San Marino nei prossimi anni. Occorre però la visione strategica e il coraggio politico: 1. Di fare prima di tutto un’analisi del fenomeno, dalla scuola d’infanzia alla scuola primaria e secondaria; ogni scuola a quale bacino di utenza si rivolge, il rapporto tra la popolazione residente e il numero delle unità scolastiche. Quindi dall’evoluzione negli ultimi anni delle dinamiche degli iscritti nelle scuole, è possibile fare delle ipotesi di quello che sarà lo scenario dell’evoluzione della scuola sammarinese nel prossimo decennio. 2. Di realizzare un progetto di pianificazione delle attività scolastiche di tutto il sistema sammarinese, che definisca la scelta dei poli scolastici, lo sviluppo dei servizi interni ed esterni alle strutture, la possibilità di un utilizzo delle strutture scolastiche durante tutto l’arco dell’anno. 3. Di coinvolgere tutte le parti interessate nell’organizzazione delle attività scolastiche, attraverso un confronto costante; L’obiettivo dovrà essere, un sistema scolastico moderno ed efficiente, attento alle nuove esigenze del Paese. Se non si riflette approfonditamente su questa realtà e non si fa una programmazione a medio-lungo termine, non si potranno fare adeguate scelte politiche della formazione e delle strutture scolastiche nei castelli. Vedere le necessità future è indispensabile. Sulla base di queste riflessioni, spero che il Governo ci ripensi e realizzi un vero e proprio piano scuola per guidarci nelle scelte future, individuando la migliore collocazione anche della scuola di città che nel frattempo può essere semplicemente ridimensionata e condivisa con altre realtà.
Nicola Selva