Cittadini per la Libertà di scelta Gruppo Rimini: lettera aperta ad Andrea Gnassi sottoscritta da 150 persone
con orrore che, quello che dovrebbe essere un dibattito scientifico, rigoroso, indipendente, trasparente, scrupoloso, rispettoso delle differenti posizioni, è diventato uno sterile dibattito politico. Abbia l’umiltà come politico di riconoscere di non avere le competenze. Che il dibattito ritorni nelle mani degli scienziati, tutti, non solo quelli che avete deciso a priori. Che si discuta sulle ricerche, sugli studi fatti, e non si denigrino o, all’occorrenza lodino, le persone. Per citarla ancora “Che fa, sindaco Gnassi, li caccia tutti in gattabuia” quelli che non concordano con lei? Lasci che i medici si riapproprino del proprio ruolo. Discutano liberamente, senza censure né minacce di radiazione. Io vado dal mio medico di fiducia (sottolineo fiducia) perché voglio sentire il SUO parere scientifico, la sua diagnosi, la sua terapia pretendo che si sia documentato, che abbia ricercato e letto. Non me ne frega niente dei protocolli. L’Oms non sa
niente di me, del mio quadro clinico, del mio stile di vita. Se l’assistenza sanitaria significa applicazione di protocolli uguali per tutti senza considerare le condizioni del singolo allora, perdonatemi, mi basta un computer. È importante rimettere al centro le persone quali protagoniste attive: ascoltare i genitori, gli adolescenti che si dovranno vaccinare, chi ha subito un danno da vaccino... Purtroppo messi da parte nel dibattito attuale. Faccia che “la cortesia è l’anima della cura” non siano solo belle parole. Come genitori vi chiediamo dei fatti. Anzi, caro sindaco, dia lei per primo il buon esempio. Visto che è così sicuro, così certo, così scientifico, senza dubbi, senza angosce si faccia immediatamente, insieme ad assessori e dirigenti del Comune, i 14 vaccini e ci racconti come è andata. Per l’immunità di gregge, anche se lei non va all’asilo, uno in più è sempre meglio di uno in meno. Concludo con le sue parole, trovo che lei scriva molto bene: “siamo orgogliosi di vivere in un Paese libero e di batterci per la libertà e per le sue forme di espressione, non certamente per la loro arbitraria riduzione”. Le sottoscrivo pienamente.