Civico 10 sulla naturalizzazione

Civico 10 sulla naturalizzazione.
Lunedì scorso abbiamo fatto un altro piccolo passo verso un paese più moderno e più giusto. Il Consiglio Grande e Generale ha infatti definito nuove regole e modalità per ottenere la cittadinanza per naturalizzazione.

Non sarà più necessario aspettare le condizioni favorevoli concesse dalla politica per accedere a questa opportunità. Tutti coloro che hanno deciso per mille motivi di stabilire la loro residenza a San Marino, di vivere i loro affetti nella nostra comunità, di portare la propria professionalità e la propria esperienza a vantaggio della nostra piccola Repubblica, di crescere e costruire una prospettiva condivisa, trascorso il periodo previsto dalla Legge potranno richiedere di diventare a tutti gli effetti cittadini sammarinesi.
Peccato che la nostra soddisfazione si debba fermare qua.
Il nostro movimento aveva infatti presentato nel lontano settembre 2013 una proposta di legge con l’obiettivo di superare la straordinarietà del processo di naturalizzazione e di eliminare dal nostro ordinamento la necessità di rinunciare alla cittadinanza originaria.
Il governo ha inteso accogliere solo parzialmente le nostre proposte e l’aula Consigliare ha bocciato con 25 voti contrari, 21 favorevoli e 3 astenuti la proposta di emendamento presentata da tutti i gruppi di opposizione, insieme ai consiglieri indipendenti, tesa ad eliminare il requisito della rinuncia alle altre cittadinanze possedute.
L’esclusività della cittadinanza è vissuta da coloro che hanno bocciato questo emendamento come un obolo da pagare per entrare a far parte della grande famiglia sammarinese, come un sacrificio “di sangue” doveroso e naturale. Peccato poi che la stessa normativa preveda delle deroghe, ad esempio per tutti quei casi in cui al neo cittadino non è consentito, dalla norma del suo paese originario, di rinunciare alla propria cittadinanza. Per non parlare poi di tutti coloro che rinunciano e poi, visto che la normativa del proprio paese d’origine (come la vicina Italia ad esempio) lo permette, si attivano per riacquisirla.

Civico10 crede che l’avere una doppia cittadinanza, che rispecchi le proprie origini oltre che il proprio presente, non possa che essere considerato come una ricchezza per l’intero Paese. Se quella doppia cittadinanza apre strade ulteriori per qualche nostro concittadino, facilita qualche percorso formativo o lavorativo, lo spinge a valorizzare le proprie origini costruendo canali di contaminazione culturale, noi dovremmo esserne tutti felici.
Viviamo una realtà che ci vede protagonisti e cittadini di realtà territoriali sempre più ampie, sempre più inclusive. La mobilità, la comunicazione, il mondo del lavoro ci spingono al superamento dei confini e delle differenze, verso una visione cosmopolita del diritto di cittadinanza.
Crediamo sia un peccato che il Consiglio non sia stato capace di approfittare di questa occasione di confronto per superare anche questo anacronismo, che crea peraltro discriminazioni evidenti fra cittadini dello stesso Paese e si prefigura come una vera e propria violenza nei confronto del singolo costretto ad abiurare le proprie origini.


Civico10

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