Civico 10: "lo Stato deve riappropriarsi della sovranità nel settore TLC"

Civico 10: "lo Stato deve riappropriarsi della sovranità nel settore TLC".
Siamo d’accordo con la Segreteria al Territorio quando afferma che le TLC sono un tema stimolante e decisamente centrale per il futuro sviluppo del Paese.

Non siamo d’accordo con la Segreteria quando giustifica la scelta di non riprendersi la sovranità nel settore delle TLC mobili, spostando l’attenzione sul medesimo punto sul quale si è giocato negli ultimi vent’anni: lo Stato non può accollarsi i costi della manutenzione e dell’aggiornamento tecnologico dell’infrastruttura.

Ribadiamo il senso del nostro intervento: lo Stato deve riappropriarsi della sovranità nel settore TLC a cui ha volutamente rinunciato.

Per quanto riguarda le tecnologie via cavo, a nostro avviso la strada corretta è quella intrapresa dall’AASS che ha l’obiettivo di creare un’infrastruttura pubblica in fibra ottica da concedere in locazione a operatori privati tramite convenzione.

In contemporanea deve essere sviluppato un contesto normativo adeguato e mirato a sviluppare il settore TLC, sia mobile che fisso, tenendo conto delle esigenze dello Stato, dei cittadini, degli operatori e guardando ai mercati esteri per valutare le tecnologie attuali e quelle del prossimo futuro.

Le parole della Segreteria “…dopodiché potremo concentrarci su aspetti teorici certamente importanti ma molto meno urgenti.” non possono essere sono condivise.

Ripetiamo: prima si scrivono le regole del gioco e poi s’inizia la partita.

La nostra proposta di prevedere un’unica antenna di proprietà pubblica su ogni traliccio presenterebbe molteplici vantaggi sia per i cittadini - si ridurrebbero, infatti, al minimo le emanazioni elettromagnetiche di ogni traliccio - sia per lo Stato - che avrebbe la possibilità di verificare la corrispondenza di quanto dichiarato dagli operatori attraverso un’analisi dei flussi.

Ed è quest’ultima una grave pecca del passato e che rappresenta il punto nodale su cui si sviluppa la sovranità di un Paese. Infatti, nel momento stesso in cui si lascia campo libero a coloro che, in qualche modo, detengono un controllo su un servizio ormai rivenuto “basilare” per la nostra civiltà (la possibilità di comunicazione in generale), si perde quella sovranità necessaria a stabilire e fare rispettare le regole del gioco.

Non può esserci una sovranità se non è possibile effettuare verifiche o controlli sui propri operatori. Libertà per gli operatori non deve essere sinonimo di “sono libero di fare quello che voglio”!!

Purtroppo, dalla risposta del Governo, si evince come l’orientamento sia tendenzialmente diverso; ci auguriamo almeno che la Segreteria di Stato si premuri di firmare delle convenzioni con gli operatori che prevedano in ogni caso la possibilità, per un Ente o una futura Authority pubblica, di accertare i dati che transitano dall’infrastruttura privata, così da poter tarare correttamente gli oneri di concessione e controllare eventuali strani flussi.

Non è necessario ricordare che fino ad oggi questi due aspetti sono stati un vero e proprio buco nero per la collettività, che hanno permesso la firma di convenzioni capestro e il transito di flussi indesiderati, poi richiamati in vari scandali pubblicati sulle testate nazionali italiane.

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