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Civico10: reddito minimo e ISEE per aiutare i senza reddito

25 ago 2015
Civico10
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Cogliamo con piacere l’invito di Michele Guidi, con la sua proposta sui “pasti sospesi”, a parlare dei problemi dei tanti sammarinesi che oggi ancora si ritrovano senza più reddito.
Rimaniamo fermamente convinti che un Paese come la Repubblica di San Marino, al pari della stragrande maggioranza dei Paesi europei, si debba dotare di una forma di reddito minimo garantito che permetta, a chi si trova in difficoltà e non trova sbocchi lavorativi, di ricevere le risorse necessarie a coprire i bisogni primari per sé e per la propria famiglia.
Le formule trovate fino ad ora da parte di chi, fino a questo momento, si è rifiutato anche solo di discutere di reddito minimo garantito, hanno in fondo già dimostrato tutti i loro limiti, legati alla mancanza di un automatismo che garantisca il cittadino nell’usufruire di quello che deve essere considerato un diritto, in un Paese civile. Quello di non finire in mezzo ad una strada, se non per scelta.
Ma finché non riusciremo a discutere serenamente di reddito minimo garantito, un correttivo alla gestione del FSS potrebbe effettivamente andare incontro alle cifre snocciolate nei mesi scorsi dalla Caritas sulle diverse famiglie che non avrebbero neppure le risorse per garantirsi un pasto decente.
Noi crediamo che si possa fare di più del cosiddetto “pasto sospeso” proposto da Guidi.
Il Fondo Servizi Sociali, infatti, ha trovato nel 2014 circa 110.000 € per garantire un pasto completo a prezzo agevolato a circa 200 pensionati al giorno, di cui il 50% ex dipendenti statali e il 50% provenienti dagli altri settori lavorativi.
Lasciando da parte gli studenti, che pagano comunque un prezzo maggiorato rispetto agli altri, quella dei pensionati è una categoria “sui generis” per il FSS, dato che può godere di un reddito fisso che, a parte per le pensioni sociali e quelle delle casalinghe, supera i 1000€ del minimo sindacale, ma non versa nulla come contributo. Anche il disoccupato senza ammortizzatori, in questo caso non percependo alcun reddito, non versa nulla al FSS, ma in questo caso non può accedere all'agevolazione.
Non sono purtroppo disponibili dati per conoscere il reddito di chi accede ai prezzi agevolati, ma siamo convinti che se il FSS fa, per così dire, “uno sgarro alla regola della contribuzione” per garantire un pasto a bassissimo costo anche a chi non è più un lavoratore, ma percepisce un reddito di tutto rispetto, potrebbe a maggior ragione rimediare le risorse per garantirlo anche a chi lavoratore magari lo è stato, sicuramente lo vorrebbe essere, ma si è trovato imbrigliato nelle maglie della crisi economica ed è rimasto senza risorse.
E’ bene ricordare comunque, che la discussione di queste proposte si rende necessario per l’incapacità dello Stato nel garantire a questi cittadini una sussistenza dignitosa. Per questo, nel frattempo, continuiamo a sollecitare il Governo per l’adozione di una forma di reddito minimo garantito, ma anche dell’ormai fantomatico ISEE, o ISEF, quell’Indice di della Situazione Economica Familiare necessario per ottimizzare le risorse che lo Stato, e in questo caso anche il FSS, eroga sul versante assistenziale.
Un’altra delle cose che il Governo si era preso l’impegno di realizzare e che fino ad oggi è rimasto una sigla impressa con inchiostro sulla carta della Legge di Bilancio 2013.
E’ più facile, evidentemente, fare il “Bene Comune” di imprenditori, medici e dirigenti, che trovare soluzioni per chi ha veramente bisogno.

Comunicato stampa
Movimento Civico10

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