“La classifica sulla qualità della vita del Sole 24 ore è ormai un tradizionale appuntamento di fine anno, atteso per vedere quale provincia sale o scende dal podio e talvolta anche per rinverdire un po’ di spirito campanilistico. L’indagine che mette sotto la lente i territori sulla base di 90 indicatori è sicuramente una cartina di tornasole utile per capire le evoluzioni della società del nostro Paese e anche il diverso impatto di alcuni fenomeni, com’è stato il Covid e come oggi i primi segni dell’inflazione e della crisi energetica conseguenza del conflitto in Ucraina che si trascina ormai dai mesi. Il report del quotidiano economico è dunque una importante occasione di analisi e riflessione che vogliamo cogliere, al netto però delle vere e proprie “classifiche”, che spesso si rivelano in palese contraddizione con altre analisi statistiche, parimenti valide e accreditate. Tradotto: Rimini nella graduatoria del Sole si piazza al 56°esimo posto, di fatto assestandosi sulla performance del 2021 (perdendo tre posizioni). Nella classifica della qualità della vita di Italia Oggi pubblicata solo 3 settimane fa Rimini segnava un balzo in avanti di 24 posizioni. Un esempio solo per mettere in evidenza che più che le montagne russe di podi e graduatorie, è utile soffermarci su alcune dinamiche che queste indagini ci pongono all’attenzione, mettendo in luce virtù e criticità. Guardando alle note positive: la provincia di Rimini si conferma come una provincia solida dal punto di vista del lavoro (10°), grazie ad un buon dinamismo imprenditoriale, tra start up innovative (16°) e imprese giovani (10°). Evidente come progressivamente si stia risalendo la china dopo i due anni di pandemia che avevano messo in ginocchio soprattutto l'industria del turismo. Il territorio conferma anche la sua vocazione per tutto ciò che riguarda la cultura, il tempo libero (7°), grazie ad una vivace offerta culturale (5°) e una consolidata rete di servizi e pubblici esercizi (librerie, bar, ristoranti, palestre piscine). Il report poi fotografa i passi avanti conseguenza di un cambio di passo anche culturale sull'ambiente, con la crescita delle reti ciclabili (+5,1% rispetto al 2021) e delle isole pedonali, 2.06 mq per abitante (4°), confermato anche dal rapporto ecosistema urbano di Legambiente (10°). Da leggere come stimolo a fare meglio la graduatoria dedicata alla gender equality, che se ci promuove per gap occupazionale di genere (27°, con un salto di 29 posizioni), ci vede in sofferenza sulle giornate retribuite (101°). Interessante il capitolo che pubblica il Sole 24 Ore in cui segnala come i più alti livelli di benessere materiale (qualità del lavoro e attaccamento al quartiere di residenza) si incontrino nelle province di Rimini, Livorno, Pisa, Firenze. Treviso, Vicenza e Lucca. Passiamo invece a quelli che a tutti gli effetti devono essere e sono settori su cui lavorare. Scorrendo i parametri relativa alla ricchezza e ai consumi, emergono due temi cruciali: la casa e la vetustà dell’offerta alberghiera. I canoni di locazione risultano tra i più alti del Paese, pur con una crescita contenuta all’1,9% rispetto allo scorso anno, così come siamo tra i fanalini di cosa per la qualità ricettiva delle strutture alberghiere (calcolato sulla base del numero medio di stelle), a fronte di una densità di posti letto nelle strutture ricettive che ci pone al primo posto in Italia. Sul capitolo affitti e sulla fase di immobilismo che si registra a livello nazionale, come Amministrazione stiamo cercando di intervenire, ad esempio inserendo nella manovra di bilancio in corso di approvazione una misura ad hoc per gli immobili a canone concordato e favorirne la messa sul mercato delle locazioni. La riqualificazione alberghiera invece rappresenta la sfida dell’immediato futuro, la partita su cui ci giochiamo il salto di qualità della nostra offerta turistica e la competitività internazionale. Il 2023 sarà l’anno in cui inizierà concretamente il percorso per definire le nuove direttrici di sviluppo di un settore fondamentale per la nostra economia. Infine, la categoria storicamente più critica per queste statistiche resta quello della sicurezza, in un’analisi che risente, per ammissione degli stessi analisti, in maniera consolidata della mancata correzione turistica (e cioè lo scarto tra residenti ufficiali e quelli effettivi dovuti agli elevatissimi flussi turistici) e della fortunatamente elevata propensione alla denuncia dei nostri Comuni. Al di là di questo, che è materia prettamente di dibattito statistico, resta concretamente in piedi per la provincia di Rimini l’inadeguatezza numerica delle dotazioni di personale delle forze dell’ordine assegnate ad un territorio come quello della Riviera riminese che ha peculiarità uniche. Servono rinforzi non limitati ad un paio di mesi in estate, ma permanenti: un appello che trascende l’appartenenza politica e che non può essere fatto cadere nel vuoto”.
c.s. Comune di Rimini