Fin dall'inizio abbiamo creduto nell'iniziativa promossa dal Partito dei Socialisti e dei Democratici con l'istituzione del Tavolo Riformista, in quanto unica e straordinaria occasione di ridare unità politica e organizzativa alle forze della sinistra riformista e democratica sammarinese.
Non si può negare, infatti, l'assoluta esigenza di fornire una risposta concreta all'eccesso di frammentazione che negli ultimi anni ha colpito l'intero sistema politico del nostro Paese.
A tal proposito, è un dato di fatto incontrovertibile che le risse, le contrapposizioni, i personalismi e le divisioni abbiano prodotto un generale degrado del livello di credibilità e autorevolezza delle forze politiche tradizionali.
Tale degrado ha comportato un progressivo distacco delle istituzioni dalla cittadinanza e dalla società civile e ha favorito l'ascesa di movimenti la cui ragione sociale risulta del tutto antitetica rispetto alla creazione di un nuovo sistema-Paese.
Alla luce dell’esito della recente consultazione referendaria riteniamo evidente la richiesta avanzata dai cittadini di dirigersi verso un nuovo modello politico che sappia determinare una netta chiusura con il passato e, in tal senso, il Tavolo Riformista assume ancor più significato come strumento di recepimento delle istanze di cambiamento e di rinnovamento provenienti da settori sempre più ampi della comunità sammarinese.
Occorre costruire urgentemente una nuova San Marino attraverso l’avvio di una fase riformatrice che permetta di rilanciare l’economia, che crei sviluppo e occupazione, che metta in sicurezza il sistema bancario e finanziario e che restituisca fiducia alle nuove generazioni.
E’ giunto il momento di porre rimedio al costante decadimento che stiamo vivendo da troppi anni e, in questa ottica, il Tavolo Riformista rappresenta un'opportunità pressoché irripetibile per riaffermare il primato della buona e sana politica nella gestione della cosa pubblica. Siamo convinti che l’unione delle forze ispirate ai valori del Socialismo europeo, sia il prerequisito fondamentale per impostare una complessiva riorganizzazione dell'architettura politica e istituzionale sammarinese in grado di poter avviare finalmente le riforme di cui necessita il Paese.
Sinceramente non vediamo alcuna alternativa valida alla convivenza delle migliori esperienze della sinistra riformista e democratica all'interno della stessa organizzazione politica. È una questione di buonsenso e di lungimiranza. Trincerarsi dietro alla difesa e alla salvaguardia di ideologie superate dai fatti della storia contemporanea, come la caduta del Muro di Berlino, non è solo un atteggiamento fuori da ogni logica, ma è anche un esercizio stucchevole e dannoso praticato da chi preferisce soddisfare smanie di potere personale coltivando il suo piccolo orticello.
È vero, abbracciare un progetto ambizioso e orientato al futuro come quello delineato dal Tavolo Riformista richiede un notevole spirito di sacrificio, perché "lo stare insieme" porta sempre a dover compiere mediazioni e rinunce. Ma sono mediazioni e rinunce assolutamente da fare in nome di un progetto politico di così alto significato. Occorrono poi anche coraggio, energia, entusiasmo e determinazione, per far capire a tutti coloro che ci stanno osservando dall'esterno, che stiamo facendo sul serio e che non stiamo giocando l'ennesima partita connotata dal tatticismo e dall'ipocrisia.
Purtroppo, stiamo ripetutamente constatando che nel Partito Socialista ancora oggi manchi la giusta convinzione rispetto alla partecipazione al Tavolo Riformista. Prevalgono la tattica, l'ambiguità e i tentennamenti. Alcune recenti prese di posizioni pubbliche, unite a ulteriori dichiarazioni all’interno degli organismi del Partito del tutto contrastanti al progetto, da parte di esponenti del PS, confermano la nostra sensazione di trovarci di fronte ad un partito che non crede affatto nell’obiettivo dell'unità riformista. Questo non lo possiamo condividere. I Socialisti devono essere i protagonisti e i trascinatori del Tavolo Riformista mettendo a disposizione di questa iniziativa il proprio patrimonio di uomini, idee e cultura.
Sono queste le ragioni per cui in data odierna abbiamo preso la decisione di autosospenderci da ogni incarico ricoperto all’interno del Partito Socialista, precisando che d'ora in avanti il nostro impegno politico sarà volto esclusivamente a rendere più forte e incisiva l'azione dell'area Socialista all'interno del Tavolo Riformista, consapevoli dell'importanza del ruolo che tutt'ora il movimento Socialista riveste nel Paese.
In conclusione, esprimiamo l'auspicio che il nostro richiamo venga colto come un forte stimolo verso tutto il Partito Socialista affinché si possano finalmente abbandonare rancori, egoismi e beceri personalismi in favore di una maggiore determinazione per un così importante e fondamentale progetto politico in nome dell’unità dei riformisti che veda il movimento Socialista protagonista e non spettatore disinteressato.
Alessandro Bevitori
Alessandro De Biagi
Non si può negare, infatti, l'assoluta esigenza di fornire una risposta concreta all'eccesso di frammentazione che negli ultimi anni ha colpito l'intero sistema politico del nostro Paese.
A tal proposito, è un dato di fatto incontrovertibile che le risse, le contrapposizioni, i personalismi e le divisioni abbiano prodotto un generale degrado del livello di credibilità e autorevolezza delle forze politiche tradizionali.
Tale degrado ha comportato un progressivo distacco delle istituzioni dalla cittadinanza e dalla società civile e ha favorito l'ascesa di movimenti la cui ragione sociale risulta del tutto antitetica rispetto alla creazione di un nuovo sistema-Paese.
Alla luce dell’esito della recente consultazione referendaria riteniamo evidente la richiesta avanzata dai cittadini di dirigersi verso un nuovo modello politico che sappia determinare una netta chiusura con il passato e, in tal senso, il Tavolo Riformista assume ancor più significato come strumento di recepimento delle istanze di cambiamento e di rinnovamento provenienti da settori sempre più ampi della comunità sammarinese.
Occorre costruire urgentemente una nuova San Marino attraverso l’avvio di una fase riformatrice che permetta di rilanciare l’economia, che crei sviluppo e occupazione, che metta in sicurezza il sistema bancario e finanziario e che restituisca fiducia alle nuove generazioni.
E’ giunto il momento di porre rimedio al costante decadimento che stiamo vivendo da troppi anni e, in questa ottica, il Tavolo Riformista rappresenta un'opportunità pressoché irripetibile per riaffermare il primato della buona e sana politica nella gestione della cosa pubblica. Siamo convinti che l’unione delle forze ispirate ai valori del Socialismo europeo, sia il prerequisito fondamentale per impostare una complessiva riorganizzazione dell'architettura politica e istituzionale sammarinese in grado di poter avviare finalmente le riforme di cui necessita il Paese.
Sinceramente non vediamo alcuna alternativa valida alla convivenza delle migliori esperienze della sinistra riformista e democratica all'interno della stessa organizzazione politica. È una questione di buonsenso e di lungimiranza. Trincerarsi dietro alla difesa e alla salvaguardia di ideologie superate dai fatti della storia contemporanea, come la caduta del Muro di Berlino, non è solo un atteggiamento fuori da ogni logica, ma è anche un esercizio stucchevole e dannoso praticato da chi preferisce soddisfare smanie di potere personale coltivando il suo piccolo orticello.
È vero, abbracciare un progetto ambizioso e orientato al futuro come quello delineato dal Tavolo Riformista richiede un notevole spirito di sacrificio, perché "lo stare insieme" porta sempre a dover compiere mediazioni e rinunce. Ma sono mediazioni e rinunce assolutamente da fare in nome di un progetto politico di così alto significato. Occorrono poi anche coraggio, energia, entusiasmo e determinazione, per far capire a tutti coloro che ci stanno osservando dall'esterno, che stiamo facendo sul serio e che non stiamo giocando l'ennesima partita connotata dal tatticismo e dall'ipocrisia.
Purtroppo, stiamo ripetutamente constatando che nel Partito Socialista ancora oggi manchi la giusta convinzione rispetto alla partecipazione al Tavolo Riformista. Prevalgono la tattica, l'ambiguità e i tentennamenti. Alcune recenti prese di posizioni pubbliche, unite a ulteriori dichiarazioni all’interno degli organismi del Partito del tutto contrastanti al progetto, da parte di esponenti del PS, confermano la nostra sensazione di trovarci di fronte ad un partito che non crede affatto nell’obiettivo dell'unità riformista. Questo non lo possiamo condividere. I Socialisti devono essere i protagonisti e i trascinatori del Tavolo Riformista mettendo a disposizione di questa iniziativa il proprio patrimonio di uomini, idee e cultura.
Sono queste le ragioni per cui in data odierna abbiamo preso la decisione di autosospenderci da ogni incarico ricoperto all’interno del Partito Socialista, precisando che d'ora in avanti il nostro impegno politico sarà volto esclusivamente a rendere più forte e incisiva l'azione dell'area Socialista all'interno del Tavolo Riformista, consapevoli dell'importanza del ruolo che tutt'ora il movimento Socialista riveste nel Paese.
In conclusione, esprimiamo l'auspicio che il nostro richiamo venga colto come un forte stimolo verso tutto il Partito Socialista affinché si possano finalmente abbandonare rancori, egoismi e beceri personalismi in favore di una maggiore determinazione per un così importante e fondamentale progetto politico in nome dell’unità dei riformisti che veda il movimento Socialista protagonista e non spettatore disinteressato.
Alessandro Bevitori
Alessandro De Biagi
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