"Concluso il lavoro di analisi della CSdL sulle dichiarazioni dei redditi 2022: dai dati si evince una diffusa elusione fiscale"

"Concluso il lavoro di analisi della CSdL sulle dichiarazioni dei redditi 2022: dai dati si evince una diffusa elusione fiscale".

Occorre anche tenere conto che i residenti a San Marino detengono all’estero somme superiori ad 1 miliardo di euro. In Italia vengono resi pubblici i dati relativi ai controlli, mentre a San Marino li conoscono in pochi. Eppure risulta che si fanno!!!

L’analisi dei dati fiscali del 2022, in taluni casi paragonati a quelli del 2018 e del 2014, è stato un lavoro lungo e approfondito, che la CSdL mette a disposizione dei propri interlocutori. Riteniamo che l’iniziativa sindacale per l’equità fiscale e sociale, oltre che per lo sviluppo economico del Paese, costituisca una priorità: sarà sicuramente uno dei temi più importanti del dibattito interno alla CSdL per i prossimi mesi, che culminerà con lo svolgimento del Congresso Confederale, fissato per il mese di febbraio 2025. Nelle prossime settimane questo lavoro sarà pubblicato integralmente: invitiamo chiunque ne abbia volontà ed interesse a svolgere propri ulteriori approfondimenti. Al Governo, alle forze politiche ed alle categorie economiche chiederemo di collaborare per raggiungere l’obiettivo dell’emersione ed il recupero di quanto sottratto al fisco. Se in Italia la c.d. economia sommersa viene stimata in misura pari ad oltre il 10% del PIL, maggiormente concentrata nel lavoro autonomo e nei servizi alla persona secondo l’ISTAT, è prevedibile che a San Marino la situazione sia almeno la medesima: mal contati, si tratterebbe di circa 170 milioni di euro, che produrrebbero qualche decina di milioni di maggiori entrate. Nel Belpaese gli evasori e gli elusori hanno una probabilità ridotta di essere scovati, visto che i controlli sono numericamente limitati rispetto a quanto sarebbe necessario, mentre a San Marino dovrebbe essere molto più semplice. Ad onor del vero, le informazioni ricevute con riferimento agli anni 2017-2020 svelano che gli accertamenti svolti dall’Ufficio Tributario (tra 200 e 750 annui), producono risultati tutt’altro che trascurabili: si tratta di importi annui compresi tra i 3,5 ed i 5,3 milioni, dei quali le sanzioni costituiscono una componente rilevante, a fronte di un maggiore imponibile contestato che varia dai 10 ai 22 milioni annui circa. In Italia i dati vengono diffusi a cadenze regolari, indicando anche le modalità e le percentuali di successo dei controlli effettuati. L’incongruità tra il tenore di vita ed i beni posseduti rispetto ai redditi dichiarati, riscontrata attraverso l’analisi dei data base, è di grande supporto. A San Marino, invece, il resoconto degli accertamenti non viene pubblicato, così come la tipologia di controlli effettuati, quasi fossero circostanze da tenere nascoste. Ad esempio, sarebbe importante conoscere in quanti casi i controlli effettuati abbiano fatto emergere il dolo, da parte del contribuente, rispetto a eventuali redditi non dichiarati o a costi deducibili non riconosciuti dall’Ufficio Tributario. Ricordiamo infatti che, nel nostro Paese, il reato di evasione fiscale scatta solo al superamento di 25.000 euro di imposta evasa annua, ovvero a fronte di un imponibile di circa 150.000 euro. C’è un dato eclatante, relativo alle disponibilità di somme di denaro, metalli preziosi e strumenti finanziari detenuti all’estero dalle persone fisiche residenti a San Marino: le ultime informazioni ricevute sono relative al 2020, quando l’importo complessivo era pari a circa un miliardo di euro e dovrebbe essere relativo a qualche migliaio di persone (il riferimento non contiene il numero dei soggetti). Al netto di coloro che hanno bisogno di avere un conto corrente estero per esigenze specifiche o che, per precauzione, hanno trasferito qualche risparmio ai tempi delle crisi bancarie, altri detengono evidentemente somme milionarie. Qualora ce ne fosse bisogno, si tratta di un altro elemento che stride con i dati pubblicati. È difficile immaginare che queste ricchezze siano concentrate nelle mani dei pochi "Paperoni" che dichiarano redditi significativi: probabilmente la platea è più ampia, ma i dati disponibili non sono distinti per fasce con i relativi importi. Riteniamo che il modello fiscale sammarinese non possa costituire un bengodi per coloro che odiano pagare anche le poche tasse che vengono richieste. Conveniamo che la bassa fiscalità debba rimanere una delle attrattive del sistema San Marino, ma occorre fare in modo che sia agevole cogliere in fallo chi è inadempiente e che, in tal caso, la pena sia consistente e certa.

Cs CSdL

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