Conferenza di alto livello sul futuro della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo
La Conferenza si sviluppa nel contesto della presidenza danese del Consiglio d’Europa, che fra le priorità del proprio semestre ha posto la revisione e il miglioramento del sistema di tutela giudiziario a livello europeo.
Obiettivo della Conferenza intergovernativa è l’adozione di un documento condiviso, la cosiddetta Dichiarazione di Copenhagen, attraverso il quale gli Stati parte assicurano il proprio impegno verso una maggiore efficacia del sistema della Convenzione stessa a garanzia di tutti i cittadini europei.
Tra i partecipanti alla Conferenza figurano le delegazioni di tutti i 47 Stati membri dell’Organizzazione di Strasburgo, tra cui i ministri di molti paesi europei. Il Consiglio d’Europa è rappresentato dal suo Segretario Generale, Thorbjørn Jagland, dal Presidente della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, Guido Raimondi, e dal Presidente dell’Assemblea Parlamentare, Michele Nicoletti, che hanno preso la parola in apertura.
La giornata di oggi sarà interamente dedicata agli interventi dei delegati. Il Segretario di Stato Renzi ha preso la parola in tarda mattinata per “confermare il sostegno di San Marino all’importante lavoro della Corte […], al ruolo centrale da essa svolto nella promozione e protezione dei diritti umani e delle libertà fondamentali e per la tutela e il progresso dello stato di diritto”, valori fondamentali delle democrazie pluralistiche.
La sfida che si pone davanti alla Corte - ha aggiunto Renzi - è oggi rappresentata da un miglioramento della sua efficienza, nei termini di una collaborazione più stretta e in una responsabilità condivisa con gli altri attori del sistema di tutela dei diritti fondamentali, a livello interno e internazionale. E così: “Il mio Paese riconosce il ruolo fondamentale dei tribunali nazionali nell’applicazione e interpretazione delle decisioni della Corte, quali primi garanti della protezione dei diritti fondamentali”; riconosce altresì la “responsabilità in capo agli Stati, e quindi ai singoli Parlamenti, chiamati a strutturarsi internamente in maniera efficace, al fine di dare pronta esecuzione alle sentenze della Corte stessa”.
Renzi ha auspicato una pronta entrata in vigore dei Protocolli 15 e 16, entrambi già ratificati da San Marino. Nel caso del Protocollo 16, poi, San Marino è stato il Primo paese a ratificarlo, considerando fondamentale la collaborazione fra la Corte e le giurisdizioni nazionali nell’interpretazione o nell’applicazione della CEDU a casi concreti.
Il Responsabile alla Giustizia ha riconosciuto i progressi nel percorso di riforma della Corte, derivanti soprattutto dall’adozione del Protocollo 14 e dalle misure già messe in opera, “che hanno consentito, almeno in parte, di smaltire il numero di casi in attesa di esame”. Ciononostante, “le riforme già messe in atto non hanno risolto il sovraccarico del lavoro della Corte, dovuto in parte anche al proprio successo”. Ha quindi ribadito l’importanza che i progressi già raggiunti siano tutelati e consolidati e l’imprescindibile necessità della diffusione di una più ampia consapevolezza nella visione complessiva del sistema europeo di tutela dei diritti umani, dove protagonisti sono e rimangono il giudice e i tribunali interni, che possono avvalersi del sistema europeo della CEDU nell’ambito di un principio di sussidiarietà di ruoli, cui il processo di riforma dovrebbe tendere.
In questo spirito San Marino è pronto a sostenere la Dichiarazione di Copenhagen che verrà adottata domani mattina, “con l’augurio”, ha concluso Renzi, “che possa fungere da stimolo per conferire nuovo slancio al processo di riforma in corso e da guida per il lavoro che ci compete quali Stati parte alla Convenzione Europea dei Diritti Umani”.
La Conferenza è stata anche l’occasione, per il Segretario di Stato Renzi, di intrattenersi a colloquio con alcuni colleghi ministri con delega alla giustizia.