Confesercenti: Covid, imprese abbandonate all’incertezza
“Nonostante le restrizioni e i sacrifici dei cittadini e delle imprese, i dati sui contagi non sono incoraggianti. Le chiusure forzate delle attività commerciali non hanno portato ai risultati annunciati e oggi domina ancora l’incertezza”. Così Fabrizio Vagnini, presidente Confesercenti provinciale Rimini, commenta la situazione di inizio 2021 in attesa delle nuove misure del governo per contrastare la diffusione del Covid-19. “Bisogna realizzare riforme strutturali, superare la logica dei ristori e accelerare sulla campagna vaccinale: abbiamo perso già 96 miliardi di consumi a livello nazionale, ci sono imprese che rischiano di chiudere per sempre e tantissime rischiano di non riuscire più a saldare gli affitti”. “I numeri parlano chiaro e riguardano soprattutto il mondo delle piccole e medie imprese, vera spina dorsale dell’economia del territorio – continua Vagnini -. Il turismo è al palo: per le imprese del comparto e per i pubblici esercizi nel 2020 sono svaniti 50 miliardi di euro di consumi turistici. Bar e ristoranti continuano a tenere la serranda abbassata se non per l’asporto e il domicilio e hanno perso il fatturato importantissimo di Natale e Capodanno, per non parlare del comparto alberghiero per il quale si prospettano 12 mesi di inattività completa. Le imprese della moda hanno perso 16 miliardi di euro di vendite in abbigliamento ed accessori, così come le attività del settore immagine e benessere, agenti di commercio, benzinai, ambulanti, hanno risentito enormemente della crisi e vivono tuttora nell’incertezza”. Il presidente provinciale di Confesercenti chiede al Governo risposte chiare e immediate alle imprese, che nella pandemia hanno dimostrato di poter lavorare garantendo la sicurezza propria e dei clienti. “È necessario uscire dalla logica dei codici Ateco, erogando fondi in tempi rapidi a tutte le imprese colpite, riparametrandoli sui volumi d’affari di tutto il 2019. Bisogna intervenire con urgenza anche sull’emissione delle cartelle esattoriali, una spada di Damocle insostenibile in questa fase di crisi. Ma soprattutto occorrono quelle riforme strutturali che chiediamo da tempo, a partire da quella del fisco e dalla semplificazione burocratica troppo spesso annunciate e mai portate a termine”. “Infine – chiude Vagnini - si acceleri sulla campagna vaccinale: se questa non sarà adeguatamente condotta, assisteremo ad un inasprimento della crisi e ad un'ulteriore contrazione dei consumi delle famiglie rispetto al 2019”.
Cs Confesercenti