Nella giornata di ieri, lunedì 11 marzo 2024, è stata consegnata brevi manu presso la Segreteria di Stato per gli Affari Esteri la raccolta firme per il riconoscimento dello Stato Palestinese. Questa raccolta firme ha preso avvio lo scorso 20 dicembre e ha visto la partecipazione di un gran numero di nostre concittadine e concittadini. 666 le firme raccolte. Vogliamo ringraziare tutte/i coloro che hanno firmato perché hanno dimostrato come la società civile, ancora una volta, sia molto sensibile verso i popoli in difficoltà, nella salvaguardia dei diritti umani e dell’importanza fondamentale nei confronti dell’autodeterminazione dei popoli. La raccolta firme, partita il 20 dicembre scorso, chiedeva il cessate il fuoco immediato e permanente di tutte le parti coinvolte e il rilascio di tutti gli ostaggi a Gaza e dei palestinesi arbitrariamente detenuti nelle prigioni israeliane; il riconoscimento della Palestina quale Stato membro dell’ONU; dare seguito alle Risoluzioni dell’ONU in cui si fissano i confini dei due Stati; la condanna alla “politica delle colonie” portata avanti dal governo sionista israeliano; il ritiro dell’esercito israeliano da Gaza e l’invio di una forza di pace sotto l’egida dell’ONU in Palestina e la garanzia della creazione e del rispetto dei due Stati. Da quel 20 dicembre è cambiato drammaticamente un elemento: il numero di vittime civili ha superato le 30.000 persone. Dalle stime emerge che i bambini uccisi a Gaza sono oltre le 12.400 unità. Le condizioni di vita dei palestinesi a Gaza sono oltre l’emergenza umanitaria. Il blocco degli aiuti umanitari sta portando alla morte per fame e disidratazione già molti minori, le condizioni igieniche per tutti, in particolare per le donne, sono disastrose. Gli ospedali ancora agibili non hanno più farmaci e anestetici, costringendo il personale ad operare non solo in situazioni limite, ma anche ad amputare senza anestesia. Per non parlare di Rafah, a rischio bombardamento. Una città che è diventata un campo profughi, sotto la minaccia delle bombe israeliane. Tutto questo è violazione del diritto internazionale umanitario. Tutto questo assume una dimensione estremamente sensibile per noi sammarinesi, considerando che il numero delle vittime civili ha quasi raggiunto il numero della popolazione sammarinese e che Rafah, con un’estensione pari a quella del Castello di Serravalle, in questo momento accoglie oltre il milione di rifugiati. Questi numeri ci fanno sentire ancora una volta più vicini a ciò che sta accadendo a Gaza, senza dimenticare gli attacchi israeliani – perpetrati da esercito e coloni- negli altri territori Palestinesi. Ora l’onere è nelle mani del Segretario agli Esteri e del Congresso di Stato. Confidiamo nell’attenzione del nostro Stato e delle Istituzioni tutte verso l’autodeterminazione dei popoli, la difesa dei diritti umani, e la sempre sostenuta posizione dei “due popoli, due Stati” e, non da ultimo, l’attenzione delle Istituzioni verso la mobilitazione di centinaia di concittadine e concittadini. Noi, come gruppo di cittadine e cittadini, dopo l’organizzazione dell’evento del 27 gennaio scorso e la raccolta fondi fatta durante la serata, abbiamo donato ad EducAid la somma di Euro 1,800, perché siamo convinti che sia necessario sostenere quelle realtà che riescono ancora, in mezzo a tante difficoltà, a lavorare e portare sostegno alla popolazione Gazawi.
cs Organizzatori manifestazione Pace