Consenso informato e sussidiarietà: in margine a iniziative in Repubblica

Consenso informato e sussidiarietà: in margine a iniziative in Repubblica.

Ci sono notizie che costringono a ripensare ai valori fondamentali della vita e che in qualche modo chiedono un sussulto di responsabilità, perché non è vero che «tutto fa brodo»! Ci preme ribadire anche in questa occasione che nei paesi occidentali ancora si riconosce il primato educativo alla famiglia. Ciò è quanto sanciscono l’art. 26 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, l’art. 2 del Protocollo addizionale alla Convenzione Europea dei Diritti Umani; e a livello della legislazione interna, l’art. 1 della Dichiarazione dei Diritti dei Cittadini e dei Principi Fondamentali dell’Ordinamento Sammarinese, nonché l’art. 31 della Legge sul diritto di famiglia e l’art. 1 commi 1, 2 e 4 della Legge n. 21 del 12 febbraio 1998. Ribadiamo altresì il principio, per noi fondamentale, ripreso con efficacia da Papa Francesco: “... l’educazione integrale dei figli è «dovere gravissimo» e allo stesso tempo «diritto primario» dei genitori. Non si tratta solamente di un’incombenza o di un peso, ma anche di un diritto essenziale e insostituibile che sono chiamati a difendere e che nessuno dovrebbe pretendere di togliere loro. Lo Stato offre un servizio educativo in maniera sussidiaria, accompagnando la funzione non delegabile dei genitori, che hanno il diritto di poter scegliere con libertà il tipo di educazione – accessibile e di qualità – che intendono dare ai figli secondo le proprie convinzioni. La scuola non sostituisce i genitori bensì è ad essi complementare. Questo è un principio basilare: «Qualsiasi altro collaboratore nel processo educativo deve agire in nome dei genitori, con il loro consenso e, in una certa misura, anche su loro incarico». Tuttavia «si è aperta una frattura tra famiglia e società, tra famiglia e scuola, il patto educativo oggi si è rotto; e così, l’alleanza educativa della società con la famiglia è entrata in crisi»”. Ed è proprio per garantire questa responsabilità, che vale in ogni campo dell’esistenza, e soprattutto là dove sono in gioco i fattori fondamentali della vita (sessualità, religiosità e impegno politico) che la nostra Associazione propone per il 20 gennaio prossimo l’incontro con due autentici maestri, Padre Giorgio Maria Carbone e la prof. Giusy D’Amico, per chiarire, attraverso un libero confronto, quanto ci sta a cuore, nell’educazione dei giovani, evitare che sia una forma di «colonizzazione ideologica» (sempre per usare le parole di Papa Francesco). Abbiamo appreso dalla circolare inviata alle famiglie degli alunni delle terze medie che «il giorno giovedì 12 gennaio 2023 si terrà la presentazione del progetto di istituto “Educazione all’affettività - il corpo e la mente che cambia”. Il progetto di istituto di “educazione all’affettività” per alunne e alunni di classe terza prevede, a completamento delle attività programmate dagli insegnanti, una serie di incontri con esperti, quest’anno individuati [e qui si fanno i nomi della psicologa e della ostetrica invitati]. Nella presentazione verranno illustrati i contenuti e gli obiettivi del progetto che affronta una tematica significativa per il percorso di crescita dei ragazzi.» Se ci pare buona cosa che le famiglie vengano informate preventivamente di quanto la scuola prevede nelle proposte educative (lo abbiamo recentemente chiesto con un’istanza di Arengo che è stata presentata all’attuale Reggenza e di cui attendiamo fiduciosi il positivo completamento del suo iter consigliare), ci lascia perplessi invero il metodo adottato (che del resto rispecchia una mentalità dura a morire, quella del cosiddetto statalismo, presente nella legge sull’IVG adottata dalla nostra Repubblica): collaborazione tra scuola e famiglia non significa prevalentemente informazione - con al massimo la possibilità di «prendere o lasciare» - , ma richiede un lavoro di previo confronto, che si deve svolgere negli spazi e nei luoghi deputati alla comune responsabilità (Assemblee di classe, Consiglio di Istituto...). Noi riteniamo che la sussidiarietà sia un valore decisivo nel contesto democratico e pensiamo che debba dare luogo a metodi di lavoro e confronto non «unidirezionali». Abbiamo chiesto il «consenso informato preventivo» come limite invalicabile di un corretto rapporto con le famiglie, ci pare il minimo, certamente, ma non basta perché si attui quella corresponsabilità educativa che è condizione di un benessere sociale ed educativo. Speriamo che l’incontro pubblico organizzato per venerdì 20 gennaio alle ore 21.00 presso la Sala Montelupo di Domagnano con gli illustri relatori citati e che ha ricevuto il patrocinio della Segreteria di Stato per la Giustizia e la Famiglia contribuisca fattivamente a quel lavoro di corresponsabilità educativa che ci appassiona e interroga.

Cs - Associazione Uno di Noi

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