Il Consiglio Grande e Generale dà mandato ai referenti in Consiglio d’Europa per posizione San Marino su maternità surrogata

Il Consiglio Grande e Generale dà mandato ai referenti in Consiglio d’Europa per posizione San Marino su maternità surrogata.
'Il Consiglio Grande e Generale dà mandato ai propri referenti in Consiglio d’Europa per esprimere la posizione di San Marino in merito alla maternità surrogata e sostenere azioni politiche su tali pratiche. Chiede di attivarsi per un progetto di legge per vietare la maternità surrogata a San Marino'.

L’intento dell’Ordine del Giorno presentato in Consiglio dalla Democrazia Cristiana nel corso del Comma Comunicazioni si può sintetizzare specificando due direzioni: tutelare i diritti dei bambini e impedire la pratica dell’utero in affitto come strumento di commercio del corpo della donna a tutti gli effetti.
Parlo di gravidanza surrogata e non di maternità perché la maternità implica un’accettazione profonda da parte della donna verso il figlio nascituro, accettazione che non può essere di certo demandata a qualcun altro.
Specifico questo fondamentale concetto perché costringere una donna ad una gravidanza non voluta, e che quindi darà alla luce un bambino che abbandonerà alla nascita, non è poi così distante dalla pratica dell’utero in affitto!
Tutte due le situazioni hanno alla base l’idea della donna “contenitore” che porta per nove mesi un bambino in grembo e non prova nulla, quindi può tranquillamente abbandonarlo alla nascita a una coppia desiderosa o a un orfanatrofio!
Sono profondamente contraria a tutte due le situazioni, perché entrambe hanno un carico inaccettabile di violenza verso la donna!
La gravidanza surrogata è una pratica meno rara di quanto possa apparire, ci sono casi umanamente comprensibili di vero amore e dono, come ad esempio sorelle di donne che hanno subito danni all’apparato riproduttivo e che mettono a disposizione il loro utero per partorire il nipote.
Diversa è invece la situazione in cui vi è mercificazione del corpo della donna.
Sono state 187 nel 2014 e 174 nel 2015 le aspiranti madri italiane che si sono rivolte ad una clinica specializzata di Kiev molto nota alle aspiranti madri d’oltre confine.
Il costo varia tra i 30 ed i 50 mila euro. I dati sono aggiornati al febbraio scorso.
Il risultato è considerato positivo quando la gravidanza raggiunge le 12 settimane. Altro aspetto dal sapore autenticamente commerciale è il caso di un parto gemellare: l’extra nascituro è valutato in ulteriori 3 mila euro.
Ogni volta che un parlamento vieta delle azioni deve però chiedersi cosa può essere migliorato nella legge vigente perché non si arrivi a scelte così devianti.
In questo caso sicuramente vanno snellite ed abbreviate le pratiche per le adozioni, che impediscono troppo spesso a una coppia di adottare e dare a un bambino la possibilità di avere una famiglia, tradizionale o no, ma sempre meglio di crescere in un orfanatrofio.
L’argomento è di grande attualità e vanno fatte sicuramente riflessioni approfondite.

Marina Lazzarini
Segretario PSD

San Marino, 19 Luglio 2016

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