Condizione in grado di assicurare il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri: questo è il significato della parola sostenibilità. Aumento di emissioni del 15% e gestione inefficiente dell’energia, raccolta differenziata inferiore al 50% e milioni di euro sprecati per la gestione dei rifiuti urbani ed industriali, un sistema sanitario e previdenziale ormai divenuti insostenibili con l’attuale modello economico, le banche che da elemento di ricchezza si sono trasformate in fattore di debito per la collettività, incertezza occupazionale, impoverimento degli ecosistemi naturali e crescente livello di vulnerabilità ambientale, mancato riconoscimento dei meriti e dei diritti a causa di una pervasiva cultura del privilegio e del consenso, assenza di visione, corruzione e sprechi: questi invece sono solo alcuni degli elementi caratterizzanti le vicissitudini degli ultimi decenni nella Repubblica di San Marino. Dalla divergenza tra la necessità e la realtà ed ancora più per la mancata consapevolezza di questa divergenza, derivano le parole contenute nel titolo. L’inadeguatezza è attribuibile alla classe politica, alle classi dirigenti ed a noi stessi cittadini, che in fondo siamo corresponsabili dell’attuale declino economico, ambientale e sociale. Cittadini che negli ultimi 30 anni hanno selezionato la classe politica non per le sue competenze e qualità morali al servizio del bene comune, ma spesso perché disponibile a concedere loro privilegi che non gli sarebbero spettati consentendo stili di vita insostenibili. In cambio di ciò la politica ha preteso di operare indisturbata, ha ricercato solo il consenso e non la condivisione sulle scelte che riguardavano il futuro di tutti, pertanto è stata disposa ad ascoltare e soddisfare le richieste dei singoli (clientelismo) e non le esigenze della comunità (partecipazione). Ciò vale soprattutto per le forze di governo, attuali e passate, ma in parte anche per quelle di opposizione. Risultato: la Repubblica nata dall’Arengo ha rifiutato l’Agenda 21, cioè l’Arengo del 21° secolo. La realtà è impietosa: molti hanno contribuito a scatenare la “tempesta perfetta”, al punto che il futuro del paese è alquanto problematico, infatti le soluzioni autoreferenziali promosse dalla classe politica hanno finito per aggravare i problemi invece che risolverli. Tutto ciò aumenta la preoccupazione ed il rammarico, soprattutto da parte di chi negli anni si è sempre impegnato per cercare di invertire la rotta, offrendo spunti, proposte di collaborazione e supporto tecnico. Ecco dunque i motivi della chiusura del Coordinamento per l’Agenda 21 a San Marino, che dopo 12 anni di attività volontaristica formalizza la fine del suo percorso, proprio per denunciare l’insufficiente attenzione al tema della sostenibilità, in primo luogo da parte delle istituzioni (è loro il più grande “fallimento”), ma anche di buona parte della comunità sammarinese. Ma l’eredità lasciata dal Coordinamento per l’Agenda 21 non va dispersa, né vanificata dall’insostenibile inadeguatezza di molti interlocutori, quindi in previsione dell’evento finale la sua Segreteria ha promosso una conferenza stampa, che si svolgerà mercoledì 15 maggio alle ore 12.00 presso la Casa del Castello di Borgo Maggiore. In tale occasione verrà presentato in anteprima alle forze sociali ed economiche un documento sull’attuale livello di sostenibilità del Paese rispetto agli Aalborg Commitments, ovvero rispetto ai 10 punti costituenti la Campagna delle Città europee Sostenibili, su cui si è fondata l’Agenda 21. Desideriamo lasciare alla parte più responsabile della società sammarinese il compito di portare avanti questa eredità, cioè di farsi carico della sostenibilità. Soprattutto ci rivolgiamo alle giovani generazioni, quelle che hanno accolto l’appello di Greta Thunberg, in quanto saranno loro a pagare i maggiori oneri per le scelte scellerate degli ultimi decenni, in termini di: minori opportunità, assenza di lavoro qualificato, insostenibilità ambientale, sociale ed economica.
Comunicato stampa
Coordinamento Agenda 21