Covid: 200 cittadini scrivono a Congresso e Iss su violazioni libertà fondamentali
Nel contesto di una attualità che ha visto perpetrare anche nella nostra Repubblica violazioni delle libertà fondamentali al limite del sopruso, e dopo aver scritto ripetutamente alle autorità sanitarie ed a Segretari di Stato senza aver ottenuto risposte né considerazione alcuna, un piccolo gruppo di cittadine sammarinesi ha deciso di rivolgere le proprie domande e rimostranze in maniera più formale, affidando le stesse alla tutela di uno studio legale. Nessun governo o autorità, infatti, può permettersi di ledere, per decreto o in qualsiasi altra forma, e con alcun pretesto, i diritti umani, garantiti dai trattati internazionali che abbiamo sottoscritto come Stato e che, merita ricordarlo, “prevalgono in caso di contrasto sulle norme interne” (Dichiarazione dei Diritti, art. 1). In aggiunta, le misure adottate in ambito sanitario e le restrizioni imposte alla vita quotidiana delle persone sotto minaccia di sanzioni elevatissime non sono state adeguatamente giustificate e motivate alla cittadinanza, così come non è stata presentata evidenza alcuna della loro necessità, efficacia ed “innocuità”. Chi legifera in qualità di rappresentante del popolo ha sempre il dovere di confrontarsi con coloro i quali lo hanno investito di tale compito, a meno che non ritenga di avere a che fare con dei sudditi. Nelle missive redatte viene chiesto conto, punto per punto, da un lato all’ISS, dall’altro al Congresso di Stato, di tutte le discutibili scelte compiute unilateralmente a partire da febbraio 2020 e che hanno stravolto la vita di tutti noi. L’utilizzo obbligatorio e generalizzato di dispositivi che risultano essere veri e propri TSO non autorizzati, la reclusione domiciliare sulla base di strumenti diagnostici di cui non è mai stata dimostrata l’attendibilità, l’approccio terapeutico improntato alla “vigile attesa”, poi risultata vera causa dell’elevato numero di ricoveri e della pressione sulla TI, il lockdown, le chiusure delle attività e delle scuole, il fermo dello sport, fino ad arrivare alla pretesa di controllare quanto accade nel privato del proprio domicilio o l’orario di rientro alle proprie abitazioni; tutto ciò con ricadute pesantissime sulle condizioni economiche e psicologiche delle famiglie e dei giovanissimi in particolare. Ed ora il paventato “obbligo” all’inoculazione di un farmaco dalla dubbia efficacia e dalle conseguenze dichiaratamente imprevedibili, di cui nessuno (case produttrici, autorità, enti sanitari, medici) vuole assumersi la responsabilità, ma che il cittadino invece dovrebbe accettare di buon grado, pena il ritrovarsi emarginato o privato del lavoro. “Violazioni tutte che, a norma dell’art. 16 della Dichiarazione dei Diritti e dei Principi Fondamentali della Repubblica di San Marino, possono essere sottoposte, nel rispetto della normativa vigente, anche al vaglio dell’Organo interno e degli Organismi internazionali preposti”. In una fase storica in cui sembra essere stato dimenticato, anche da molti concittadini, il senso di quel motto che da secoli accoglie gli “stranieri” ai confini della nostra Terra e di cui tutti ci siamo sempre fregiati, la nostra iniziativa, mai pubblicizzata ma resa nota esclusivamente tramite passaparola, ha richiamato in un tempo molto ridotto un numero consistente di persone desiderose di sostenerla aggiungendo la propria firma alla nostra. Oggi siamo in 207 a ricordare al Paese che la Libertà è quel bene inestimabile che va protetto a tutti i costi, a volte persino della vita. Che va esercitato in quanto diritto e non ottenuto per gentile concessione. Domani, al prossimo passo, saremo molti di più.
Cs Le promotrici dell'iniziativa